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La Bohème



La settima puntata dell Bohème di Puccini.
La prima parte del terzo atto.


«La voce di Mimì aveva una sonorità che penetrava nel cuore di Rodolfo come i rintocchi di un'agonia...

«Egli però aveva per lei un amore geloso, fantastico, bizzarro, isterico...

«Venti volte furono sul punto di dividersi.

«Convien confessare che la loro esistenza era un vero inferno.

«Nondimeno, in mezzo alle tempeste delle loro liti, di comune accordo si soffermavano a riprender lena nella fresca oasi di una notte d'amore... ma all'alba del domani una improvvisa battaglia faceva fuggire spaventato l'amore.

«Così - se fu vita - vissero giorni lieti alternati a molti pessimi nella continua attesa del divorzio...».

«Musetta, per originaria malattia di famiglia e per materiale istinto, possedeva il genio dell'eleganza».

«Questa curiosa creatura dovette, appena nata, domandare uno specchio».

«Intelligente ed arguta, ribelle soprattutto a quanto sapesse di tirannia, non aveva che una regola: il capriccio».

«Certo il solo uomo da lei veramente amato era Marcello - forse perché egli solo sapeva farla soffrire, - ma il lusso era per lei una condizione di salute».


La barriera d'Enfer.

Al di là della barriera, il boulevard esterno e, nell'estremo fondo, la strada d'Orléans che si perde lontana fra le alte case e la nebbia del febbraio, al di qua, a sinistra, un Cabaret ed il piccolo largo della barriera; a destra, il boulevard d'Enfer; a sinistra, quello di Saint-Jacques.
A destra, pure, la imboccatura della via d'Enfer, che mette in pieno Quartiere Latino.
Il Cabaret ha per insegna il quadro di Marcello «Il passaggio del Mar Rosso», ma sotto invece, a larghi caratteri, vi è dipinto «Al porto di Marsiglia». Ai lati della porta sono pure dipinti a fresco un turco e uno zuavo con una enorme corona d'alloro intorno al fez. Alla parete del Cabaret, che guarda verso la barriera, una finestra a pianterreno donde esce luce.
I platani che costeggiano il largo della barriera, grigi, alti e in lunghi filari, dal largo si ripartono diagonalmente verso i due boulevards. Fra platano e platano sedili di marmo. È il febbraio al finire, la neve è dappertutto.
All'alzarsi della tela la scena è immersa nella incertezza della luce della primissima alba. Seduti davanti ad un braciere stanno sonnecchiando i Doganieri. Dal Cabaret, ad intervalli, grida, cozzi di bicchieri, risate. Un doganiere esce dal Cabaret con vino.
La cancellata della barriera è chiusa.

(Dietro la cancellata chiusa, battendo i piedi dal freddo e soffiandosi su le mani intirizzite, stanno alcuni Spazzini.)

Spazzini
Ohè, là, le guardie!... Aprite!... Ohè, là!
Quelli di Gentilly!... Siam gli spazzini!...
(I Doganieri rimangono immobili; gli Spazzini picchiano colle loro scope e badili sulla cancellata urlando.)
(battendo i piedi)
Fiocca la neve... Ohè, là!... Qui s'agghiaccia!

Un Doganiere
(alzandosi assonnato e stirandosi le braccia)
Vengo!
(Va ad aprire, gli Spazzini entrano e si allontanano per la via d'Enfer. Il Doganiere richiude la cancellata.)

Voci interne
(dal cabaret, accompagnano il canto battendo i bicchieri)
Chi nel ber trovò il piacer
nel suo bicchier,
ah! d'una bocca nell'ardor,
trovò l'amor!

Musetta
(dal cabaret)
Ah! Se nel bicchiere sta il piacer,
in giovin bocca sta l'amor!

Voci interne
(dal cabaret)
Trallerallè...
Eva e Noè!
(Dànno in una risata clamorosa)

Lattivendole
(dall'interno)
Hopplà! Hopplà!
(Dal Corpo di Guardia esce il Sergente dei Doganieri, il quale ordina d'aprire la barriera.)

Doganiere
Son già le lattivendole!

Carrettieri
(Tintinnio di campanelli e schioccare di fruste. Pel Boulevard esterno passano dei carri colle grandi lanterne di tela accese fra le ruote.)
(interno)
Hopplà !

Lattivendole
(vicinissime)
Hopplà !
(La nebbia dirada e comincia a far giorno. Entrando in scena a dorso di asinelli, ai doganieri, che controllano e lasciano passare:)
Buon giorno!

Contadine
(entrando in scena con ceste a braccio)
(ai doganieri)
- Burro e cacio!
- Polli ed uova!
(Pagano e i Doganieri le lasciano passare.)
(giunte al crocicchio)
- Voi da che parte andate?
- A San Michele!
- Ci troverem più tardi?
- A mezzodì!
(Si allontanano per diverse strade.)
(I Doganieri ritirano le panche e il braciere.)

(Mimì, dalla via d'Enfer, entra guardando attentamente intorno cercando di riconoscere i luoghi, ma giunta al primo platano la coglie un violento accesso di tosse: riavutasi e veduto il Sergente, gli si avvicina.)

Mimì
(al Sergente)
Sa dirmi, scusi, qual'è l'osteria...
(non ricordando il nome)
dove un pittor lavora?

Sergente
(indicando il Cabaret)
Eccola.

Mimì
Grazie .
(Esce una fantesca dal Cabaret; Mimì le si avvicina.)
O buona donna, mi fate il favore
di cercarmi il pittore
Marcello? Ho da parlargli. Ho tanta fretta.
Ditegli, piano, che Mimì lo aspetta.
(La fantesca rientra nel Cabaret.)

Sergente
(ad uno che passa)
Ehi, quel panier!

Doganiere
(dopo aver visitato il paniere)
Vuoto!

Sergente
Passi!
(Dalla barriera entra altra gente, e chi da una parte, chi dall'altra tutti si allontanano. Le campane dell'ospizio Maria Teresa suonano mattutino. È giorno fatto, giorno d'inverno, triste e caliginoso. Dal Cabaret escono alcune coppie che rincasano.)

Marcello
(Esce dal Cabaret e con sorpresa vede Mimì.)
Mimì?!

Mimì
Son io. Speravo di trovarti qui.

Marcello
È ver. Siam qui da un mese
di quell'oste alle spese.
Musetta insegna il canto ai passeggeri;
Io pingo quel guerrier
sulla facciata.
(Mimì tossisce.)
È freddo. Entrate.

Mimì
C'è
Rodolfo?

Marcello
Sì.

Mimì
Non posso entrar.

Marcello
(sorpreso)
Perché?

Mimì
(Scoppia in pianto)
O buon Marcello, aiuto!

Marcello
Cos'è avvenuto?

Mimì
Rodolfo m'ama. Rodolfo m'ama
mi fugge e si strugge per gelosia.
Un passo, un detto,
un vezzo, un fior lo mettono in sospetto...
Onde corrucci ed ire.
Talor la notte fingo di dormire
e in me lo sento fiso
spiarmi i sogni in viso.
Mi grida ad ogni istante:
Non fai per me, prenditi un altro amante.
Ahimè! In lui parla il rovello;
lo so, ma che rispondergli, Marcello?

Marcello
Quando s'è come voi non si vive in compagnia.
Son lieve a Musetta ed ella è lieve
a me, perché ci amiamo in allegria...
Canti e risa, ecco il fior
d'invariabile amor!

Mimì
Dite bene. Lasciarci conviene.
Aiutateci voi; noi s'è provato
più volte, ma invano.
Fate voi per il meglio.

Marcello
Sta ben! Ora lo sveglio.

Mimì
Dorme?

Marcello
E piombato qui
un'ora avanti l'alba; s'assopì
sopra una panca.
(Fa cenno a Mimì di guardare per la finestra dentro il Cabaret.)
Guardate...
(Mimì tossisce con insistenza.)
(compassionandola)
Che tosse!

Mimì
Da ieri ho l'ossa rotte.
Fuggì da me stanotte
dicendomi: È finita.
A giorno sono uscita
e me ne venni a questa
volta .

Marcello
 (osservando Rodolfo nell'interno del Cabaret)
Si desta...
s'alza, mi cerca... viene.

Mimì
Ch'ei non mi veda!

Marcello
Or rincasate...
Mimì... per carità,
non fate scene qua!
(Spinge dolcemente Mimì verso l'angolo del Cabaret di dove però quasi subito sporge curiosa la testa. Marcello corre incontro a Rodolfo.)

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