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Visualizzazione dei post con l'etichetta Un brivido nel piatto

TRIPPA, POPPA E LAMPREDOTTO

La nobiltà si sa, un po‘ di puzza sotto il naso ce l’ha! In molti degli antichi nobili regni italici non tutte le parti dell’animale venivano considerate degne di imbandire le reali tavole, le interiora ad esempio venivano considerate insieme al piede e al muso del maiale degli scarti che offendevano il buon gusto dei sovrani. La servitù e il popolino al contrario presi com’erano dalla semplice necessità di sopravvivere erano molto meno schizzinosi; ligi al principio per cui “non si butta via nulla” impararono a cucinare al meglio anche questi scarti. Alcune storie narrano che a Napoli le donne dei quartieri popolari scendevano verso il palazzo reale e aspettavano fuori dalle cucine gli scarti della lavorazione degli animali, per poi litigarseli a gran voce; queste donne prendevano l’appellativo di zandraglie perché pur di avere la parte migliore e più cospicua del bottino si picchiavano, accapigliavano e gridavano contro.  Tutt’oggi a Napoli dire ad una donna “ sei propr

Gatto in salmì

Me ne dia uno cicciotto, peloso e anche molto felino! Esistono ricette politicamente scorrette? Le abitudini alimentari si sa cambiano da paese a paese, i vegetariani inorridiscono a pensare di mangiare carne e da bravi italiani ci sono moltissimi cibi che non ci sogneremmo mai di toccare, pensate a scarafaggi, uova centenarie, vermi, pesci marci o frutti puzzolenti. D’altra parte ci sono cibi che per molti di noi sono normalissimi e che invece dall'altra parte del mondo suscitano ribrezzo o religiosa costernazione, mettete un indiano di fronte ad una bella bistecca di vacca o un osservante mussulmano di fronte ad una scaloppina di maiale, faranno di tutto fuorché leccarsi i baffi! Ma non sono solo differenze geografiche quelle che segnano il confine tra “mangiabile” o no, dobbiamo anche pensare in linea temporale a tutti quei cibi che per i nostri nonni erano succulenti e normalissimi e che oggi invece sono proibiti dalla legge e dal sentire comune. Sì perch

CERVELLO! Vuoi favorire?

A volerla leggere con un filo d’ironia potrebbe essere anche un modo molto elegante per dare a qualcuno dello stupido…nel senso, visto che di cervello tu non ne hai, te ne offro un po’, non sia mai che ti serva! Ma oggi non vi offro del cervello in senso ”laterale”, ma in senso CULINARIO . Eh lo so, vi vengono già i brividi! Quando ero piccola uno dei miei film preferiti era “ Indiana Jones e il tempio maledetto ”, andavo pazza per una scena del film in cui i protagonisti erano a cena con un giovane Maharaja nel palazzo indiano di Pankot; le portate da gustare erano decisamente esotiche: serpente a sorpresa,  scarafaggi giganti, zuppa d’occhi e infine cervello di scimmia semifreddo. Ora, devo confessarvi che da piccolina ero convinta che si trattasse solo di un film e che quelle cose schifosissime non venissero servite in nessun paese della terra e assolutamente non in Italia…oggi so che mi sbagliavo. Non mi credete? Chiaramente reperire una testa di scimmia in

LATTUME-FIGATELLO- SPERMA DI TONNO

Un brivido nel piatto! Il lattume-figatello o sperma di tonno... Eh va bene, ve lo concedo, anche questa è una di quelle pietanze di cui non si dovrebbe conoscere la provenienza prima di assaggiarle, in effetti, sapere che quelle che si stanno per addentare sono le gonadi del tonno può stimolare in noi qualche pregiudizio! Il lattume è un piatto siciliano tipico, proveniente in particolare dalle zone di Trapani, Palermo e Siracusa, un prodotto molto simile (se non identico) lo troverete anche in Sardegna col nome di figatello. Dietro a questi nomi fantasiosi altro non sta che la sacca del liquido seminale del tonno (in alcuni casi anche della ricciola), che viene preparata e cucinata in diversi modi e che è una vera delizia per intenditori. La sacca spermatica viene estratta dal pesce e solitamente messa ad essiccare ricoperta di sale ed un impasto di erbe aromatiche oppure viene consumata fresca dopo la bollitura e condita con erbe aromatiche, sale, olio, aceto e limone;

Il Garum

Un brivido nel piatto! Il Garum Se l’idea di mangiarvi un piatto aromatizzato con una salsina d’interiora di pesce e pesci decomposti non rientra nelle vostre ambizioni allora forse le seguenti notizie non vi interesseranno. Magari invece siete dei palati alla Indiana Jones, sempre pronti a lanciarvi in avventure culinarie che lasciano il segno; in quest’ultimo caso il Garum è quello che fa per voi. E vi dico di più, con un po’ di coraggio il Garum potete prepararvelo da soli. Ma andiamo con ordine, il Garum è una salsa liquida a base di interiora di pesce e pesce salato che gli antichi romani aggiungevano praticamente a qualsiasi pietanza, primi, secondi, dolci…il Garum per i romani ci stà bene su tutto! Da dove avessero preso la ricetta, non ci è dato saperlo esattamente ma gli storici ipotizzano che questa sia da far risalire ai greci, infatti in greco garos o garnon (γάρον), era il nome di un pesce i cui intestini venivano utilizzate per produrre diversi condimenti.

Un brivido nel piatto

La pajata L’Italia è famosa per tante cose, e sicuramente una delle più importanti è la sua cucina…parole come pasta, pizza, spaghetti, matriciana risuonano nelle orecchie dei nostri amici stranieri come musica prelibata. Ed in effetti sono tante le specialità uniche e indimenticabili che i turisti si ritrovano nel piatto nei loro viaggi nel bel paese, ed ogni città, ogni regione, ogni paesino ha dei piatti tipici tutti suoi. Da leccarsi i baffi come direte voi! Ma esistono anche piatti molto particolari, pietanze che non a tutti “suonano bene”, ingredienti in grado di far rabbrividire e preparazioni a dir poco osate. Un brivido nel piatto …sì perché anche la cucina italiana, ha i suoi “ lati oscuri ”! Poi come diceva la mia bis-nonna Caterina: Ogni panza gà n’usanza= Sui gusti non si discute La Pajata Pajata (in romanesco) o pagliata (in italiano) è il termine che indica un tipico piatto della cucina romana che ha come ingrediente base l’intestino tenue del vitell