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LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE INFERNO CANTO XV

INFERNO CANTO XV Sempre camminando sull'argine di pietra del ruscello di sangue, Dante e  Virgilio  si inoltrano nel settimo cerchio : viene loro incontro correndo un gruppo di sodomiti, violenti contro natura. Uno di essi, con grande stupore, riconosce Dante e ne richiama l'attenzione: Dante incontra così il suo maestro  Brunetto Latini , uomo politico e intellettuale  fiorentino , che, per parlare qualche istante con l'antico allievo, abbandona la schiera dei compagni di pena.  Brunetto  loda il discepolo e, dopo avergli predetto l'ostilità dei concittadini, attacca duramente il comportamento morale e politico delle fazioni  fiorentine  ed esorta Dante a non curarsi della cattiva sorte, tanto è l'onore che le sue qualità gli riservano. Quindi gli indica altri sodomiti, come lui tutti intellettuali e letterati illustri; infine, non prima di avergli affidato l'eredità morale della sua opera più significativa, il Tresor, si allontana di corsa per raggiunge

La traversata dei vecchetti

Stefano   BENNI ,  Il bar sotto il mare , La traversata dei vecchetti I vecchi dovrebbero essere esploratori... (THOMAS S. ELIOT) C'erano due  vecchietti  che dovevano attraversare la  strada . Avevano saputo che dall'altra parte c'era un  giardino pubblico  con un  laghetto . Ai vecchietti, che si chiamavano Aldo e Alberto, sarebbe piaciuto molto andarci. Così  cercarono  di attraversare la strada, ma era l'ora di punta e c'era un flusso continuo di  macchine . - Cerchiamo un  semaforo  -  disse  Aldo. - Buon'idea - disse Alberto. Camminarono  finché ne  trovarono  uno, ma  l'ingorgo  era tale che le auto erano  ferme  anche sulle  strisce pedonali . Aldo cercò di avanzare di qualche metro, ma fu subito  respinto  indietro a  suon  di clacson e  male parole . Allora disse: proviamo a passare in un momento in cui tutti sono fermi. Ma l'ingorgo era tale che, anche se i vecchietti erano magri come  acciughe , non  riuscirono  a passare

Il canto XIV dell'Inferno di Dante

LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE INFERNO CANTO XIV Dopo aver ricomposto gli sterpi dell'anonimo suicida, Dante e  Virgilio  escono dalla selva, e giungono al limitare del terzo girone del settimo  cerchio , costituito da un deserto di sabbia arroventato dalla pioggia di fuoco. Qui gli spiriti dei violenti sono divisi in tre schiere: chi giace a terra supino, chi seduto, chi corre sul sabbione senza sosta. Nel primo gruppo, quello dei violenti contro Dio, i due incontrano Capaneo, uno dei sette re greci alla guerra contro Tebe, che continua a mostrare lo stesso comportamento superbo e blasfemo che lo caratterizzò in vita. Costeggiando il deserto, Dante e  Virgilio  raggiungono un ruscello di sangue, un rivolo del Flegetonte, i cui argini non sono lambiti dalla pioggia infuocata e possono quindi fornire a Dante una via praticabile per attraversare il deserto.  Virgilio  sfrutta l'occasione per illustrare la geografia dei tre fiumi infernali, l'Acheronte, lo Stige e il Flegeton

Niccolò Ammaniti, « Addio all'infanzia »

NiccolòAmmaniti , « Addio all'infanzia » Tratto da: Massimo e Niccolò Ammaniti, Nel nome del figlio , Milano, 2010, pp. 21-32 Michele entrò in camera di suo fratello Filippo. In mano stringeva un manico di scopa [1] spezzato. Come prima cosa prese a bastonate [2] un po' tutti i mobili della stanza . Poi salì in piedi sulla vecchia poltrona di pelle vicino alla finestra.          « Pippo, Pippo, guarda che ho inventato! » disse.          Filippo stava sdraiato sul letto a leggere per la centesima volta Asterix e i Corsi .          « Che vuoi? »          « Ho fatto un'invenzione nuova. Vieni a vedere. »          Michele inventava di tutto: un frullatore [3] che funzionava da ventilatore, una scatola di scarpe con dentro un kit di sopravvivenza nel caso in cui uno si fosse perso in bagno o nella cucina, una slitta di stracci [4] con cui aveva rotto la vetrata del corridoio e uno spara-batterie fatto con un tubo dell'acqua con cui aveva quasi