Quante parole, quante ire, quante versioni.......una sciagura che sembra perdere la sua gravità, vestendo i panni dell'evento mediatico e del "furor di popolo".
Un film, che pare già girato, pronto per gli schermi, in cui ci sono già i colpevoli, in cui non si hanno dubbi sulle dinamiche, in cui le voci degli eroi risuonano chiare e perentorie al telefono.
Un campitano sulla gogna, l'altro osannato.
Io non so, non conosco e così prendo il coraggio a piene mani e vado contro corrente.
Non per difendere qualcuno ma per difendere la possibilità della "sospensione di giudizio"!
Non mi piacciono le gogne mediatiche.
Non credo che sia mai giusto accanirsi con nessuno, specie fino a che tutti i fatti e i contro fatti sono venuti alla luce; e non sotto la luce del momento.
Credo che esistano il panico, la paura, l'errore.
Credo che un passeggero che fotografa in momenti del genere, è quanto meno discutibile.
Sono la prima fan della Guardia Costiera ma la divulgazione alla stampa delle telefonate tra i capitani, non mi è sembrata giusta e corretta.
Nel tono delle telefonate c'è qualcosa da entrambe le parti che non mi quadra completamente.
In tutta la faccenda c'è qualcosa che non mi quadra.
Non voglio prendere le parti di nessuno, solo esternare un punto di domanda, dove invece la rete e la stampa hanno messo un punto fermo e uno esclamativo.
E una cosa permettetemela di dire, il coraggio, il coraggio è una brutta bestia, non sai di averlo fino a quando non ti occorre e o c'è o non c'è.
E il coraggio e l'eroismo non esistono solo nei momenti estremi, ma anche nelle piccole cose di ogni giorno e sono beni ben rari nella nostra società.
Ci vuole coraggio ad aiutare il prossimo invece di voltarsi.
Ci vuole coraggio ad impegnarsi in prima persona invece di delegare sempre ad altri.
Coraggio a fermarsi e soccorrere in caso di bisogno.
Quanti esseri terribilmente coraggiosi ed eroici ci sono tra di noi, pronti a brandire la tastiera come una spada, per poi chiudere la porta di casa, facendo finta di non accorgersi dell'ennesima vicina maltrattata, di un bambino abbandonato a se stesso ecc. ecc.
Ma lo show è quello che ci interessa, l'immagine del capitano è quella del Titanic, barbetta bianca e mani sul timone fino all'affondamento..........viviamo con gli eroi di Hollywood nel cuore...... pronti a riempirci gli occhi e la bocca del prossimo scandalo, noi che apparteniamo ad una società in cui coraggio ed eroismo, non contano nulla di fronte a fama e notorietà.
E per fama e notorietà si farebbe di tutto.
Allora ragazzi, ripeto, non voglio difendere nessuno, chi ha sbagliato paghi, paghi davvero, fino alla fine, per le vite che ha sulla coscienza!
Ma si cerchino gli errori in un tribunale, in modo serio sentendo tutti, facendo parlare tutti, credendo alla verità, qualsiasi essa sia e non a quella che ci aiuta a sfornare il prossimo cinepanettone!
Un film, che pare già girato, pronto per gli schermi, in cui ci sono già i colpevoli, in cui non si hanno dubbi sulle dinamiche, in cui le voci degli eroi risuonano chiare e perentorie al telefono.
Un campitano sulla gogna, l'altro osannato.
Io non so, non conosco e così prendo il coraggio a piene mani e vado contro corrente.
Non per difendere qualcuno ma per difendere la possibilità della "sospensione di giudizio"!
Non mi piacciono le gogne mediatiche.
Non credo che sia mai giusto accanirsi con nessuno, specie fino a che tutti i fatti e i contro fatti sono venuti alla luce; e non sotto la luce del momento.
Credo che esistano il panico, la paura, l'errore.
Credo che un passeggero che fotografa in momenti del genere, è quanto meno discutibile.
Sono la prima fan della Guardia Costiera ma la divulgazione alla stampa delle telefonate tra i capitani, non mi è sembrata giusta e corretta.
Nel tono delle telefonate c'è qualcosa da entrambe le parti che non mi quadra completamente.
In tutta la faccenda c'è qualcosa che non mi quadra.
Non voglio prendere le parti di nessuno, solo esternare un punto di domanda, dove invece la rete e la stampa hanno messo un punto fermo e uno esclamativo.
E una cosa permettetemela di dire, il coraggio, il coraggio è una brutta bestia, non sai di averlo fino a quando non ti occorre e o c'è o non c'è.
E il coraggio e l'eroismo non esistono solo nei momenti estremi, ma anche nelle piccole cose di ogni giorno e sono beni ben rari nella nostra società.
Ci vuole coraggio ad aiutare il prossimo invece di voltarsi.
Ci vuole coraggio ad impegnarsi in prima persona invece di delegare sempre ad altri.
Coraggio a fermarsi e soccorrere in caso di bisogno.
Quanti esseri terribilmente coraggiosi ed eroici ci sono tra di noi, pronti a brandire la tastiera come una spada, per poi chiudere la porta di casa, facendo finta di non accorgersi dell'ennesima vicina maltrattata, di un bambino abbandonato a se stesso ecc. ecc.
Ma lo show è quello che ci interessa, l'immagine del capitano è quella del Titanic, barbetta bianca e mani sul timone fino all'affondamento..........viviamo con gli eroi di Hollywood nel cuore...... pronti a riempirci gli occhi e la bocca del prossimo scandalo, noi che apparteniamo ad una società in cui coraggio ed eroismo, non contano nulla di fronte a fama e notorietà.
E per fama e notorietà si farebbe di tutto.
Allora ragazzi, ripeto, non voglio difendere nessuno, chi ha sbagliato paghi, paghi davvero, fino alla fine, per le vite che ha sulla coscienza!
Ma si cerchino gli errori in un tribunale, in modo serio sentendo tutti, facendo parlare tutti, credendo alla verità, qualsiasi essa sia e non a quella che ci aiuta a sfornare il prossimo cinepanettone!
PERCHÉ
Ci vuole un gran coraggio a scappare.
Ruzante
Fino al giorno della morte, nessuno può essere sicuro del proprio coraggio.
Jean Anouilh, Becket, 1959
Il primo grado dell'eroismo è vincere la paura.
Gian Piero Bona
I colpevoli è meglio sceglierli che cercarli.
Marcel Pagnol, Topaze, 1933
L'uomo mediocre si ferma troppo presto dopo il pensiero giusto;
di qui le tante mezze verità che sono nel mondo.
Hugo Von Hofmannsthal, Il libro degli amici, 1922
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La nostra è ormai una società disintellettuale, che svuota la realtà di tutta la complessità che la avvolge, per fare di ogni cosa oggetto di giudizio e di indignazione. Abbiamo da una parte sensi di colpa, e dall'altra la necessità di difendere qualche privilegio grande o piccolo che sia. In tal modo l'informazione porta alla retorica della notizia, che deve inventare il mostro da cui differenziarci e l'eroe in cui identificarci
RispondiEliminaIn questo caso, chi ha sbagliato è palese, e nessuno desidera difendere l'indifendibile.
EliminaMa come tu dici è la ricerca del mostro, la retorica, l'ipocrisia di tanti ad avermi infastidito.
Ma soprattutto, quante volte il mostro e stato sbattuto in prima pagina, esposto alla gogna pubblica, condannato e rovinato...........per poi scoprire che era innocente.
Il mostro è in prima pagina, la smentita, le rettifiche e le scuse, se esistono, un trafiletto nascosto, che nessuno più legge!
Questo non è il caso della Concordia, ma comunque esistono sempre tante sfaccettature in una tragedia, e sono sicura che di colpevoli, oltre al comandante ce ne sono molti altri!
Quella che ci deve far paura, non è codardia di Schettino, ma una società in cui i codardi senza spina dorsale, sono ormai i più. Valori come sacrificio, amore per il prossimo, onore, forza......non nascono dal niente, e non possono venir pretesi, se non siamo noi stessi i primi a coltivarli nella vita di ogni giorno o nell'educazione dei nostri figli!
Perfettamente d'accordo su ciò che dici (soprattutto per quanto riguarda i valori). Ma, nel caso di specie, volevo solo lamentare le cattive abitudini ormai invalse nella stampa italiana e nell'opinione pubblica, per quanto riguarda l'informazione in genere; con estrema superficialità, senza un minimo di equilibrio e di conoscenza dei fatti, la stampa monta un coro con il quale si colpevolizza il capitano e si glorifica il capo della capitaneria di porto (riuscito simpatico a molti probabilmente solo per l'uso del solito turpiloquio). Anche nell'opinione pubblica ognuno formula giudizi di colpevolezza e considerazioni morali sulla sola scorta della lettura dei titoli. D'altra parte a una società che ha perso l'onestà intelletuale, la religione (senza voler essere confessionali) e il buon senso, non interessa più la verità (lo stiamo vedendo ogni momento); a tutti interessa soltanto strillare più forte degli altri, perchè chi si fa ascoltare ha sempre ragione. Poi, non c'è solo il problema dell'informazione. Vi è anche la corsa a sfruttare ogni occasione di guadagno, ogni spazio per fare preotagonismo. Così si violano norme, si creano conflitti, confusione e sciatterie. Tutto ciò rientra nelle colpe collettive. Ma questo è un altro discorso.
RispondiEliminaSottoscrivo in pieno ogni tua parola! La verità va cercata con modestia ed apertura, va letta tra le righe, va scoperta quando tenta di nascondersi o viene nascosta. Ma oggi siamo tutti presi da una paurosa pigrizia intellettuale, e dal terrore di esprimere la nostra posizione, se va anche solo un po' al di là di quello che pensa il gregge. Poi ci lamentiamo che le cose vadano così male..................
EliminaRino
RispondiEliminaNon si sa come finirà l'indagine. La Costa è americana, ma l'Italia è lo zimbello di tutti