Compositore (1858 - 1924)
Giacomo Antonio Domenico Michele Secondo Maria Puccini
(Lucca, 22 dicembre 1858 – Bruxelles, 29 novembre 1924) è stato un compositore
italiano.
È considerato uno dei massimi operisti della storia.
I primi quattro nomi con cui fu registrato all'anagrafe
(Giacomo, Antonio, Domenico, Michele) sono i nomi dei suoi antenati, in ordine
cronologico dal trisnonno al papà.
Nato a Lucca nel 1858, fu il più importante compositore
italiano della generazione post-verdiana.
Discendeva da una numerosa casata di musicisti, direttori
d'orchestra e compositori e si dava quindi per certo che avrebbe ereditato il
talento e l'interesse per perpetuare il mestiere prescelto della sua famiglia.
Subito dopo la morte prematura del padre, alla tenera età
di sei anni ricevette in eredità non solo il posto di maestro del coro e
organista nella chiesa di San Martino, ma anche quello di docente di musica al
Collegio Ponziano.
Dal momento che la madre aveva delle grandi aspettative
nei suoi confronti, decise di affidarlo al fratello Fortunato Magi perché
potesse impostare la sua istruzione musicale e lo studio del piano.
I risultati di questa educazione non furono tuttavia del
tutto positivi: Puccini non era affatto un bambino prodigio. Lo zio materno di
Giacomo, riteneva il giovane Puccini un
"falento", ossia un fannullone senza talento.
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Nel 1880 si trasferì a Milano per perfezionare i suoi
studi al Conservatorio, per i quali ricevette da parte della regina Margherita
una borsa di studio di cento lire mensili per un anno.
Durante il periodo milanese fu assiduo frequentatore di
teatri e tramite la mediazione di Catalani entrò in contatto con Arrigo Boito,
Franco Faccio, Marco Praga e gli ambienti della scapigliatura.
Puccini ottenne la consacrazione definitiva come operista
con Manon Lescaut, tra i lavori pucciniani quello che riscosse più successo.
Rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di
Torino il 1° febbraio 1893 (otto giorni prima del Falstaff di Verdi), il
libretto dell'opera nacque dalla collaborazione di più librettisti, tra i quali
ricordiamo Ruggero Leoncavallo e la coppia Luigi Illica e Giuseppe Giacosa.
Quest'ultimi, insieme alla consulenza di Ricordi,
affiancarono Puccini nella realizzazione delle tre successive opere: La Bohème,
Tosca e Madama Butterfly. Rappresentata nel 1896 al Teatro Regio di Torino, La
Bohème non venne acclamata così entusiasticamente come Tosca, messa in scena a
Roma al Teatro Costanzi nel 1900.
Il 17 febbraio 1904 Madama
Butterfly venne rappresentata a Milano e fu un vero fiasco. Puccini si rese
quindi conto che erano necessarie alcune modifiche e infatti, dopo averle
apportate, due mesi più tardi la rinata "Butterfly" si rivelò subito
un grande successo al Teatro Grande di Brescia.
Nello stesso anno Puccini sposò Elvira Gemignani, la
vedova di un commerciante di Lucca, con la quale viveva già dal 1886 e che gli
diede un figlio nel 1896. Già dal 1891 la famiglia di Puccini viveva a Torre
del Lago, dove rimase fino al 1921.
La prima decade del secolo si rivelò un periodo molto
travagliato della vita privata di Puccini. Nel 1903 rimase gravemente ferito in
uno dei primi incidenti automobilistici in Italia.
Oltre alla morte nel 1906 del suo prezioso collaboratore,
il librettista Giuseppe Giacosa, nel 1912 a Puccini venne a mancare anche
Giulio Ricordi, l'editore che per anni l'aveva saputo indirizzare in modo da
sfruttare al meglio le sue qualità. Poi nel 1909 la moglie Elvira gettò la sua
casa nello scandalo accusando Puccini di avere una relazione intima con la loro
domestica. Elvira denunciò pubblicamente la povera ragazza che, per l'enorme
tensione emotiva, si suicidò.
Durante tutta la sua vita Puccini ebbe un ruolo molto
attivo nelle sue opere, facendosi coinvolgere in prima persona in molte
questioni relative alla loro produzione, dalla selezione dei cantanti e dei
direttori d'orchestra alla scelta delle sedi di rappresentazione.
Girava il mondo
per assicurarsi che tutto venisse realizzato correttamente.
Questi viaggi lo
aiutarono a far pubblicità ai suoi lavori: la partecipazione del grande maestro
alle prove e la sua presenza alle rappresentazioni suscitava molto l'interesse
del pubblico.
Puccini era molto più interessato alla qualità che alla
quantità e infatti scrisse soltanto dodici opere.
Nel 1920 iniziò a lavorare a Turandot, ispirata alla
favola teatrale di Carlo Gozzi. Nell'autunno del 1924, quando mancava soltanto
il finale dell'ultimo atto per completare l'opera, la sua salute peggiorò a
causa di un tumore alla gola che lo obbligò a sospendere il suo lavoro per
sottoporsi a un'operazione.
Venne curato in una clinica a Bruxelles e inizialmente la
terapia seguita sembrò aver successo, ma il suo cuore si affaticò e Puccini
morì il 24 novembre 1924.
Turandot venne quindi completata da Franco Alfano, che
basò il finale sugli appunti che lo stesso Puccini aveva portato con sé durante
il suo ultimo viaggio.
Fu proprio Turandot, la sua ultima opera, ad essere
accettata a livello internazionale e accolta come un pezzo standard di
repertorio.
La prima rappresentazione
postuma dell'opera al Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile 1926 fu diretta
da Arturo Toscanini, uno tra i pochi ad aver potuto assistere alla
realizzazione del progetto finale dell'autore.
Il direttore
sospese la rappresentazione proprio nel punto in cui il compositore fu
costretto a interrompere il suo lavoro.
La morte di Puccini fu un lutto per l'Italia intera e per
tutti i suoi sostenitori sparsi nel mondo.
Inizialmente il compositore venne sotterrato a Milano, ma
nel 1926 il figlio Antonio fece trasferire le sue reliquie a Torre del Lago in
una piccola cappella privata della villa sul lago dove Puccini aveva composto i
suoi capolavori.
Subito Torre divenne spontaneamente meta di
pellegrinaggio: la gente arrivava da vicino e lontano per vedere la casa dove
il più famoso compositore del ventesimo secolo aveva vissuto e lavorato.
(Biografia tratta dal sito dell’Arena di Verona)
Opere
teatrali
Le Villi SC60
Edgar SC62
Manon Lescaut SC64
La bohème SC67
Tosca SC69
Madama Butterfly SC74
La fanciulla del West SC78
La rondine SC83
Il Trittico SC84
Il tabarro SC85
Suor Angelica SC87
Gianni Schicchi SC88
Turandot SC91
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