Tre volte all'alba
Alessandro Baricco
Tre storie. Tre incontri. Tre episodi in cui scivolano
personaggi che si incrociano, per sfasature temporali, in età diverse, sullo
sfondo della hall di un hotel. L’albeggiare che annuncia, per tre volte,
l’insistenza di un sentimento.
"Venga, le ho detto. Perché? Guardi fuori, è già
l'alba. E allora? È ora che lei torni a casa a dormire. Cosa c'entra che ora è,
sono mica una bambina. Non è questione di ore, è una questione di luce. Che
cavolo dice? È la luce giusta per tornare a casa, è fatta apposta per quello.
La luce? Non c'è luce migliore per sentirsi puliti. Andiamo".
Si incontreranno per tre volte, ma ogni volta sarà l'unica,
e la prima, e l'ultima.
“Nell’ultimo romanzo che ho scritto, Mr Gwyn, si accenna, a
un certo punto, a un piccolo libro scritto da un angloindiano, Akash Narayan, e
intitolato Tre volte all’alba. Si tratta naturalmente di un libro immaginario,
ma nelle immaginarie vicende là raccontate esso riveste un ruolo tutt’altro che
secondario. Il fatto è che mentre scrivevo quelle pagine mi è venuta voglia di
scrivere anche quel piccolo libro, un po’ per dare un lieve e lontano sequel a
Mr Gwyn e un po’ per il piacere puro di inseguire una certa idea che avevo in
testa. Così, finito Mr Gwyn, mi son messo a scrivere Tre volte all’alba, cosa
che ho fatto con grande diletto. Adesso Tre volte all’alba è scritto e forse
non è inutile chiarire che può essere letto da chiunque, anche da coloro che non
hanno mai preso in mano Mr Gwyn, perché si tratta di una storia autonoma e
compiuta. Ciò non toglie tuttavia che, nella sua prima parte, mantenga ciò che
Mr Gwyn prometteva, cioè uno sguardo in più sulla curiosa vicenda di Jasper
Gwyn e del suo singolare talento.” Alessandro Baricco
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