La tradizione narra che durante un carnevale, verso la metà del 1500 un giovane turco, acrobata di mestiere, divenne protagonista di un’impresa incredibile che lasciò tutti i veneziani e il Doge a bocca aperta.
Da una barca solidamente ancorata al molo, davanti alla Piazza, l’acrobata arrivò fino alla cella campanaria del Campanile di San Marco, camminando su una corda e aiutandosi soltanto con un bilancere.
Fu una cosa talmente impressionante, ed entusiasmante per tutto il popolo veneziano che da quell'anno l'impresa o "Svolo del Turco" a gran richiesta, venne ripetuta ogni Giovedì Grasso durante i festeggiamenti del Carnevale.
L'intera Piazza San Marco gremita di folla col Doge in prima fila e la nobiltà accanto aspettava col fiato sospeso lo "Svolo" annuale, che veniva ripetuto da acrobati professionisti e più avanti negli anni dagli "Arsenalotti" (le maestranze dei cantieri dell’Arsenale).
Lo "Svolo" cambiò forme ed usanze nell'arco del tempo, rimanendo però una cerimonia ufficiale, distinta in tre parti che il "Turco" o "Angelo" ( per via delle ali finte che portava addosso) doveva svolgere:
1) salire sulla corda fino al campanile facendo spettacolo;
2) scendere con piroette fino alla loggia del Palazzo Ducale dove il Doge, assieme a tutto il potere politico e agli ambasciatori stranieri, riceveva dalle sue mani un mazzo di fiori o delle carte con dei sonetti;
3) risalire sul campanile.
Spesso in cambio del mazzo di fiori il Doge premiava il “Turco” con una somma di denaro.
Lo spettacolo si fece con gli anni sempre più spettacolare, e così i modi per salire e scendere dal campanile divennero sempre più strabilianti e tecnologici, doppie e triple corde, argani, verricelli e molte “scappatoie” per annullare la forza di gravità.
Durante il carnevale del 1680 un certo Sante da Ca’ Lezze riuscì a salire fino alla cella campanaria con un cavallo vivo, salì poi sopra l’angelo dove si esibì in mille piroette. Durante il carnevale dell’anno seguente salì addirittura con una barchetta, facendo finta di vogare con vera maestria da commediante e, arrivato alla cella campanaria risalì sulla testa dell’angelo con giochi da equilibrista.
A volte si svolgevano più “Svoli” contemporaneamente, come nel 1760 quando ben quattro persone si cimentarono nell’impresa: il primo salì a cavallo di un satiro, il secondo sopra una barchetta, il terzo con due cannoncini legati al corpo ed il quarto, libero da pesi ma ottimo equilibrista, fece trattenere il fiato a tutti per le sue arditissime evoluzioni.
Naturalmente durante gli anni non mancarono anche incidenti molto gravi e nel 1759 Nane Bailo si schiantò tra la folla raccapricciata.
Probabilmente proprio a causa di questi incidenti l'acrobata fu poi sostituito da una colomba di legno che durante la discesa spargeva fiori e coriandoli sopra la folla, per questo il nome della tradizione cambiò da Volo dell'Angelo a Volo della Colombina.
Tale evento, come la maggior parte delle altre ricorrenze e spettacoli, con la fine della storia millenaria della Serenissima si interruppe per un lungo periodo.
Oggi ad effettuare il famoso Volo dell'Angelo sono personaggi celebri in carne ed ossa, assicurati però alla corda in modo da evitare qualsiasi incidente!
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