Il casu marzu
Casu marzu significa letteralmente formaggio marcio ed è una
specialità proibita sarda dal sapore piccante e dall’odore molto penetrante.
Specialità perchè chi lo ha assaggiato, vincendo una certa ripugnanza,
giura che sia ottimo; proibito perchè l’unione europea ha proibito la vendita
di questo formaggio tipico, che ha in effetti una particolarità un po‘
ripugnante…ossia è infestato di larve.
E a quanto pare sono proprio le larve a conferire a questa
prelibatezza il suo gusto unico.
Ma andiamo con ordine.
Il casu marzu è un prodotto alimentare sardo che la cui
preparazione iniziale non differisce da quella del noto pecorino; dopo circa
tre settimane di stagionatura il formaggio viene messo all'aperto per dare la possibilità
alla mosca casearia (Piophila casei) di deporvi le uova, da cui si schiuderanno ben presto le larve.
Le larve si nutriranno del formaggio, fermentandolo e facendogli assumere
così il suo gusto particolarmente pungente e una consistenza squisitamente
cremosa.
Dopo circa tre mesi dalla sua produzione, il famoso casu marzu è pronto per essere gustato,
insieme ai suoi abitanti!
Le larve della mosca casearia sono molto piccole e non
sopravvivono nell’ambiente acido dello stomaco umano, molte delle paure per la
salute che questo formaggio ha scatenato, sono di conseguenza infondate.
Inoltre
nel caso in cui le mosche siano contaminate con agenti batterici il formaggio
che ne scaturisce si evidenzia per un particolare colorito che i produttori
sanno subito riconoscere, per cui non preoccupatevi, potete gustarlo in tutta
sicurezza!
Certo, se siete deboli di stomaco, forse potete limitarvi ad annusarlo e guardarlo…
Il casu marzu è stato inserito all'interno della banca dati
dei Prodotti agroalimentari tradizionali italiani del Ministero delle politiche
agricole, alimentari e forestali.
Rientra tra quelli che la Regione Sardegna
vuole proteggere ed è stato richiesto all'Unione Europea il marchio DOP per
tutelarne la denominazione d'origine Casu Marzu e salvaguardarlo dalla pirateria
alimentare.
Dal 2005 alcuni produttori in collaborazione con Facoltà di
Veterinaria dell‘Università di Sassari hanno cominciato una produzione „controllata“
e in condizioni igieniche sicure, per rientrare entro le norme di legalità igienico sanitaria dell’Unione
Europea, utilizzando per la produzione
mosche casearie di allevamento (e quindi sicure).
La mia bis-nonna, morta alla veneranda età di 100 anni,
diceva sempre „Ogni panza gà un’usanza!“…ogni pancia/palato ha un gusto diverso=
ogni persona trova buone cose diversi, cibi differenti.
Che ne dite il casu marzu, fa per voi?
E ora qualche interessante filmato.
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