FACCIAMO I RETORICI
Accumulazione: è una figura
retorica della lingua italiana che accosta numerosi termini l’uno all’altro, in
modo ordinato o caotico (aggettivi, verbi, sostantivi). Una serie di parole,
accostate senza congiunzioni e che quasi a togliere il respiro al lettore, descrivono
e dimostrano seguendo un percorso a volte schematico e a volte del tutto
illogico e indefinito, il concetto che l’autore vuole esprimere.
Provate a vedere questo esempio molto famoso
di Italo Calvino, tratto dal romanzo “Il cavalliere inesistente”:
“Dovete
compatire: si è ragazze di campagna... fuor che funzioni religiose, tridui,
novene, lavori dei campi, trebbiature, vendemmie, fustigazioni di servi,
incesti, incendi, impiccagioni, invasioni d'eserciti, saccheggi, stupri, pestilenze,
noi non s'è visto niente.”
Oppure nel romanzo “Rimini” del Tondelli:
“La
sequenza ordinata delle cabine –dipinte a blocchi con tonalità pastello- aveva
in sé qualcosa di metafisico e infantile nello stesso tempo: come si trattasse
di un paesaggio costruito per i giochi dei bambini –le casette, i tettucci, i
lettini, gli oblò, le finestrelle, le tinte tenui, il rosa confetto, il
verdolino, il celestino, l’arancio, il grigio-azzurro, il giallo limone, il
viola pallido e altri colori di balocchi e zuccheri filati e frutte candite…”
Passando al settore musicale ci facciamo
aiutare dalla canzone di Federico Salvatore, “Il matrimonio”:
“E
allora dico basta si, mi sono ravveduto
Faccio il colpo di scena all'ultimo minuto
Ormai il dato è tratto, pigliatevi i regali!
Il braccialetto d'oro, lo stereo, gli stivali
La giacca di montone, gli occhiali, il cellulare
Il rolex... la Ferrari, la villa a Praia a mare...
I soldi a Montecarlo, i buoni del tesoro...
I BOT i
CCT...i CCT...”
Il testo intero della canzone potete trovarlo
qui
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