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Poesie brevi

ALLA FORMICA  Chiedo scusa alla favola antica, se non mi piace l'avara formica. Io sto dalla parte della cicala che il più bel canto non vende, regala. Gianni Rodari ,  Filastrocche in cielo e in terra , 1960/72 MATTINA M'illumino d'immenso. Giuseppe Ungaretti ,  Allegria di naufragi , 1931 STASERA Balaustrata di brezza per appoggiare stasera la mia malinconia. Giuseppe Ungaretti ,  Allegria di naufragi , 1931 SOLDATI Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie. Giuseppe Ungaretti ,  Allegria di naufragi , 1931 FALSA INDICAZIONE Confine, diceva il cartello. Cercai la dogana. Non c’era. Non vidi, dietro il cancello, ombra di terra straniera. Giorgio Caproni ,  Il muro della terra , 1975 L'ARIA L'aria è quella roba leggera che ti gira attorno alla testa e diventa più chiara quando ridi. Tonino Guerra ,  I bu , 1972 PIANTO Più bello il fiore cui la pioggia estiva lascia una stilla d

Folco Quilici - L'Italia vista dal Cielo: Lombardia

LA LOMBARDIA Prodotto nel 1973 - Restaurato nel 2006 Un susseguirsi di ambienti naturali e geografici diversi, raccontati dalle riprese di Folco Quilici e descritti dal grande scrittore Guido Piovene. Un viaggio attraverso la storia della Lombardia, delle sue civiltà, dei suoi aspetti controversi che la rendono unica e proprio per questo incantevole. Il filmato di Quilici, le sue descrizioni realistiche ed emozionanti regalano allo spettatore la possibilità di avvicinarsi e di conoscere i numerosi luoghi della regione, le sue molteplici sfumature che si svelano in tutta la loro autentica bellezza. "L'acqua è la base di tutto, in Lombardia...", la sua linfa e il suo filo conduttore, ed è lungo le acque dei suoi fiumi che si snoda l'intero itinerario volto alla scoperta di una regione viva, pratica, incalzata da un ritmo frenetico, ove tutto sembra ruotare intorno al suo dictat: "fare e produrre". Il lungo itinerario trae ispirazione dalla

L'Inferno di Dante- Canto XVI

CANTO XVI INFERNO DIVINA COMMEDIA DANTE Mentre i due pellegrini continuano a camminare sull’argine del fiumicello, da una schiera di sodomiti si staccano tre ombre e corrono verso di loro. Poiché aI violenti contro natura non è concesso neppure un attimo di sosta, questi dannati si dispongono in cerchio, in modo da continuare a camminare senza allontanarsi da Dante e Virgilio. Uno di loro, Jacopo Rusticucci, si rivolge al Poeta, parlando di sé e dei suoi compagni, Guido Guerra e Tegghiaio Aldobrandi.  Furono cittadini illustri di Firenze e contribuirono, in pace e in guerra alla prosperità della loro patria. Dante esprime il proprio dolore per averli incontrati fra i reprobi del settimo cerchio e il profondo rispetto che nutre per la loro memoria; poi dichiara che in Firenze non albergano più le virtù di un tempo: orgoglio e intemperanza hanno sostituito, nel cuore dei suoi abitanti, cortesia e valore. Dileguatisi i tre, Dante prosegue con il maestro verso l’orlo del rip

ED E SUBITO SERA

Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera. Salvatore Quasimodo ,  Acque e terre , 1930

Folco Quilici - L'Italia Vista dal Cielo: Campania

LA CAMPANIA Prodotto nel 1971 - Restaurato nel 2005 Un susseguirsi di ambienti naturali e geografici diversi, raccontati dalle riprese di Folco Quilici e descritti dal grande scrittore Michele Prisco. Un viaggio attraverso la storia della Campania, delle sue civiltà, dei suoi aspetti controversi che la rendono unica e proprio per questo incantevole. Il filmato di Quilici, le sue descrizioni realistiche ed emozionanti regalano allo spettatore la possibilità di avvicinarsi e di conoscere i numerosi luoghi della regione, le sue molteplici sfumature che si svelano in tutta la loro autentica bellezza. Dalla città di Sapri prende avvio il viaggio virtuale; da quelle spiagge protagoniste del tragico epilogo dell'impresa insurrezionale di Pisacane e dei suoi compagni che ha reso leggendaria questa costa. Ampi litorali bruscamente interrotti da fitti boschi verdi, coste rocciose e appuntite che sfumano nella dolcezza di paesaggi fluviali e città moderne confinanti con

La Divina Commedia di Dante- L’Inferno-Canto XV

Canto XV Inferno Per evitare la pioggia di fiamme i due pellegrini avanzano su uno degli argini del fiumicello che attraversa il terzo girone e s’imbattono in una schiera di anime di dannati, uno dei quali afferra Dante per il lembo della veste e manifesta la propria meraviglia nel vederlo in quel luogo.  Il Poeta lo riconosce, nonostante abbia il volto devastato dal fuoco: Brunetto Latini, il suo maestro, che esprime il desiderio di affiancarsi a lui nel cammino. Nessuno, infatti, dei violenti contro natura può interrompere il proprio andare: chi infrange questa legge è poi condannato a giacere cento anni sotto la pioggia di fuoco senza poter scuotere da sé le fiamme che lo colpiscono. Dante continua pertanto a camminare sull’argine e riceve da Brunetto la predizione della sorte che il futuro gli riserva: "Se rimani fedele ai principii che hanno fin qui ispirato le tue azioni, la tua opera ti darà la gloria ". Poi il discorso cade su Firenze e la faziosità dei Fiore

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

Cesare Pavese Santo Stefano Belbo 1908 - Torino 1950 Scrittore e poeta italiano Verrà la morte e avrà i tuoi occhi , 1950 Verrà la morte e avrà i tuoi occhi questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio. Così li vedi ogni mattina quando su te sola ti piegh i nello specchio. O cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla. Per tutti la morte ha uno sguardo. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Sarà come smettere un vizio, come vedere nello specchio riemergere un viso morto, come ascoltare un labbro chiuso. Scenderemo nel gorgo muti.