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Visualizzazione dei post da luglio 27, 2014

LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE INFERNO CANTO XVI

Il  canto sedicesimo  dell' Inferno  di  Dante Alighieri  si svolge nel terzo girone del  settimo cerchio , ove sono puniti i  violenti  contro Dio, natura e arte; siamo all'alba del 9 aprile  1300  ( Sabato Santo ), o secondo altri commentatori del 26 marzo  1300 . Dalla nuova schiera di sodomiti che si avvicina si distaccano tre personaggi che, continuando a correre, si dispongono in  cerchio  ai piedi dell'argine sul quale Dante si è fermato: sono Guido Guerra,  Tegghiaio Aldobrandi  e  Jacopo Rusticucci , celebri esponenti della  parte guelfa   fiorentina  intorno alla metà del Duecento, verso i quali Dante mostra grande rispetto e della cui sorte aveva già domandato a  Ciacco . Certi di aver incontrato un concittadino, i tre chiedono notizie sullo stato presente di  Firenze : Dante risponde loro con una dura invettiva sulla decadenza della città, originata dalla superbia e dall'avarizia dei nuovi ceti dirigenti. Dopo il commiato dai tre  fiorentini , Dante

I giorni perduti.

DINO BUZZATI  I GIORNI PERDUTI  Qualche giorno dopo aver preso possesso della sontuosa villa, Ernst Kazirra,  rincasando, avvistò da lontano un uomo che con una cassa sulle spalle usciva  da una porticina secondaria del muro di cinta, e caricava la cassa su di un  camion.  Non fece in tempo a raggiungerlo prima che fosse partito. Allora lo inseguì in  auto. E il camion fece una lunga strada, fino all’estrema periferia della città,  fermandosi sul ciglio di un vallone. Kazirra scese dall’auto e andò a vedere.  Lo sconosciuto scaricò la cassa dal camion e, fatti pochi passi, la scaraventò  nel botro [fossato]; che era ingombro di migliaia e migliaia di altre casse  uguali.  Si avvicinò all’uomo e gli chiese: «Ti ho visto portar fuori quella cassa dal  mio parco. Cosa c’era dentro? E cosa sono tutte queste casse?».  Quello lo guardò e sorrise: «Ne ho ancora sul camion da buttare. Non sai?  Sono i giorni».  «Che giorni?»  «I giorni tuoi.»  «I miei giorni?»  «I tuoi gi