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Visualizzazione dei post da dicembre 16, 2012

La marescialla e il maresciallo

  MARESCIALLO = in Italia, grado supremo nella gerarchia militare dei sottufficiali: maresciallo capo; in eserciti stranieri e anche in Italia nel periodo fascista, il grado più alto di tutta la gerarchia militare. Come modo di dire: essere un maresciallo =  significa essere una persona che comanda in maniera autoritaria e despota , che fa rigar dritto tutti, anche di persona integerrima ma piuttosto rigida. In senso ironico si può sentire marescialla, per indicare una donna che in casa tiene le redini della situazione, comandando il marito. Una donna forte che comanda tutti a bacchetta. comandare a bacchetta = comandare in maniera autoritaria, e rigida. La bacchetta (o bastone, mazza, scettro) è un antichissimo simbolo di comando: si pensi allo scettro dei sovrani, al bastone dei comandanti di eserciti (il bastone dei marescialli), fino alla bacchetta del maestro, un tempo adoperata anche per impartire punizioni corporali. Una simpaticissima canzoncina sulla maresciall

Modi di dire con bestia

Per bestia s’intende in generale l’animale, con esclusione dell’uomo. Usata in molte similitudini mira a esprimere l’idea di comportamenti e modi di essere dell’uomo indegni e inumani, ossia più propri delle bestie: da bestie = in modo duro e pesante ( Lavoro da bestie ) essere trattati come bestie = come animali, in maniera disumana, malissimo essere una bestia rara = essere una persona fuori dal comune In molte locuzioni figurative esprime l’immagine della forza bruta, che non si può capire né controllare: andare in bestia = arrabbiarsi in modo violento, andare su tutte le furie ( Lo hai fatto andare in bestia! ) bestia nera = incubo, ossessione, paura ricorrente ( La matematica è la mia bestia nera. ) brutta bestia = cosa o persona difficile da domare o controllare, che prende il sopravvento che bestia! = uso spregiativo per indicare persona sciocca o stupida

RAPSODEUS

Cosa ne pensate di questo video? Che cos'è secondo voi la luce che inseguiamo dall'alba dei tempi e per cui siamo pronti a "passare sopra ogni cosa"? Qual è la soluzione? Ditemi la vostra...

Il mostro...l'uomo nero!

Ci sono eventi  tanto mostruosi e brutali da essere in grado di scuotere l'animo di chiunque. Il giorno dopo che si sono verificate simili tragedie, si mobilita l'opinione pubblica, i giornali, le televisioni, le comari dal parrucchiere non parlano che dell'ultima strage, dell'ultimo fatto di cronaca. Poi i giorni passano e ne resta solo il ricordo...ricordo sì, perchè di delitti come quello che è stato compiuto in America ce ne sono stati tanti, troppi, e comunque non è cambiato nulla. Le armi restano a portata di tutti, e un certo perbenismo o menefreghismo globale ci porta di fondo a non impicciarci più dei fatti degli altri, neppure quando notiamo che una persona ha dei problemi o potrebbe crearne! Sì perchè ciò significherebbe agire, denunciare, prendere posizione e pensare a soluzioni che molto spesso sono difficilissime da trovare e richiedono coraggio. Quanti mariti o uomini avevano dato chiari segni di squilibrio prima di arrostire, tagliuzzare o crivell

La mazza

La mazza è un grosso bastone o randello, può indicare anche una specie di martello molto grosso e pesante dal manico lungo che serve per battere il ferro. In campo sportivo esistono la mazza da baseball, da golf e da cricket; in questo caso mazza è ancora sinonimo di bastone. In linguaggio gergale mazza è sinonimo di pene (volgare-cazzo) e forma così un numero ampio di espressioni figurate, la versione maschile mazzo è invece volgarmente sinonimo di fondo schiena (culo-deretano): non capire una mazza=non capire un cazzo=non capire nulla È inutile che glielo spieghi, non capisce una mazza! non vedere una mazza=non vedere un cazzo= non vedere niente È troppo buio, non ci si vede una mazza! non valere una mazza= non valere un cazzo= non valere ninete Quel medico non ne fa una giusta, non vale proprio una mazza! fare un mazzo così= picchiare, fare del male Se non mi lasci in pace ti faccio un mazzo così! farsi il mazzo= lavorare con molta fatica per ottenere uno scopo Per ar

Si dice...o non si dice?

A OPPURE IN? È facile sentir dire: “Abitiamo a piazza Navona”, “Rapinato un negozio a via Nazionale”. Ma altrettanto facile e frequente è: “Abitiamo in piazza San Babila”, “Rapinato un negozio in viale Padova”. Quale dei due usi è più corretto? Qui non è questione di corretto o di scorretto: tutte e due le preposizioni, a e in, hanno la funzione di introdurre un complemento di stato in luogo.  Forse se ne può fare, con le dovute cautele, una questione di sfumatura stilistica: a è un po’ più indeterminato; in tende a definire con maggior precisione.  Per esempio, diremo di preferenza “Abito a Genova” perché è uno stato in luogo ampio e poco definito (in quale quartiere, in quale via di Genova?); ma diremo “Abito in piazza De Ferrari” perché qui la localizzazione è ben definita.  E mettendo insieme le cose, diremo “Abito a Genova in piazza De Ferrari”.  È soltanto un suggerimento, siete liberi di fare come volete.  Ma guai a voi se direte “Abito in Genova a piazza De Ferrari”.