Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da agosto 25, 2013

Poesie brevi

ALLA FORMICA  Chiedo scusa alla favola antica, se non mi piace l'avara formica. Io sto dalla parte della cicala che il più bel canto non vende, regala. Gianni Rodari ,  Filastrocche in cielo e in terra , 1960/72 MATTINA M'illumino d'immenso. Giuseppe Ungaretti ,  Allegria di naufragi , 1931 STASERA Balaustrata di brezza per appoggiare stasera la mia malinconia. Giuseppe Ungaretti ,  Allegria di naufragi , 1931 SOLDATI Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie. Giuseppe Ungaretti ,  Allegria di naufragi , 1931 FALSA INDICAZIONE Confine, diceva il cartello. Cercai la dogana. Non c’era. Non vidi, dietro il cancello, ombra di terra straniera. Giorgio Caproni ,  Il muro della terra , 1975 L'ARIA L'aria è quella roba leggera che ti gira attorno alla testa e diventa più chiara quando ridi. Tonino Guerra ,  I bu , 1972 PIANTO Più bello il fiore cui la pioggia estiva lascia una stilla d

Folco Quilici - L'Italia vista dal Cielo: Lombardia

LA LOMBARDIA Prodotto nel 1973 - Restaurato nel 2006 Un susseguirsi di ambienti naturali e geografici diversi, raccontati dalle riprese di Folco Quilici e descritti dal grande scrittore Guido Piovene. Un viaggio attraverso la storia della Lombardia, delle sue civiltà, dei suoi aspetti controversi che la rendono unica e proprio per questo incantevole. Il filmato di Quilici, le sue descrizioni realistiche ed emozionanti regalano allo spettatore la possibilità di avvicinarsi e di conoscere i numerosi luoghi della regione, le sue molteplici sfumature che si svelano in tutta la loro autentica bellezza. "L'acqua è la base di tutto, in Lombardia...", la sua linfa e il suo filo conduttore, ed è lungo le acque dei suoi fiumi che si snoda l'intero itinerario volto alla scoperta di una regione viva, pratica, incalzata da un ritmo frenetico, ove tutto sembra ruotare intorno al suo dictat: "fare e produrre". Il lungo itinerario trae ispirazione dalla

L'Inferno di Dante- Canto XVI

CANTO XVI INFERNO DIVINA COMMEDIA DANTE Mentre i due pellegrini continuano a camminare sull’argine del fiumicello, da una schiera di sodomiti si staccano tre ombre e corrono verso di loro. Poiché aI violenti contro natura non è concesso neppure un attimo di sosta, questi dannati si dispongono in cerchio, in modo da continuare a camminare senza allontanarsi da Dante e Virgilio. Uno di loro, Jacopo Rusticucci, si rivolge al Poeta, parlando di sé e dei suoi compagni, Guido Guerra e Tegghiaio Aldobrandi.  Furono cittadini illustri di Firenze e contribuirono, in pace e in guerra alla prosperità della loro patria. Dante esprime il proprio dolore per averli incontrati fra i reprobi del settimo cerchio e il profondo rispetto che nutre per la loro memoria; poi dichiara che in Firenze non albergano più le virtù di un tempo: orgoglio e intemperanza hanno sostituito, nel cuore dei suoi abitanti, cortesia e valore. Dileguatisi i tre, Dante prosegue con il maestro verso l’orlo del rip