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La figlia del re

Luigi Capuana  -  C'era una volta... Fiabe  (1882) La figlia del re C’era una volta un Re e una Regina, che avevano una figlia unica, e le volevano più bene che alla pupilla de’ loro occhi. Mandò il Re di Francia per domandarla in sposa. Il Re e la Regina, che non sapeano staccarsi dalla figliuola, risposero: - È ancora bambina. Un anno dopo, mandò il Re di Spagna. Quelli si scusarono allo stesso modo: - È ancora bambina. Ma i due regnanti se l’ebbero a male. Si misero d’accordo e chiamarono un Mago: - Devi farci un incanto per la figlia del Re, il peggiore incanto che ci sia. - Fra un mese l’avrete. Passato il mese, il Mago si presentò: - Ecco qui. Regalatele questo anello; quando lo avrà portato in dito per ventiquattr’ore, ne vedrete l’effetto. Regalarglielo non potevano, perché s’eran già guastati coi parenti di lei. Come fare? - Ci penserò io. Il Re di Spagna si travestì da gioielliere, e aperse una bottega dirimpetto al palazzo reale. La R

LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE INFERNO CANTO XVII

Il  canto diciassettesimo  dell' Inferno  di  Dante Alighieri  si svolge nel terzo girone del  settimo cerchio , al passaggio della "ripa discoscesa", ove sono puniti i  violenti  contro Dio, natura e arte; siamo all'alba del 9 aprile  1300 ( Sabato Santo ), o secondo altri commentatori del 26 marzo  1300 . Richiamato dalla corda lanciata da  Virgilio , dall'abisso emerge Gerione, mostro alato con coda di serpente, volto umano e corpo variopinto come un tappeto. Gerione si posa sull'orlo roccioso del burrone, a poca distanza da Dante e  Virgilio , che si mettono in cammino sul bordo del baratro per raggiungerlo. Fatti pochi passi i due scorgono il terzo gruppo di peccatori puniti sul sabbione: sono gli usurai, violenti contro la natura e l'arte umana, rannicchiati come cani sulla sabbia, sfigurati e irriconoscibili nel volto, ma individuati da un sacchetto appeso al collo sul quale è dipinto lo stemma familiare di ciascun dannato. Dante non può ri

La strabomba

Mario Lodi  La strabomba Nella sua fabbrica padron Palanca faceva le bibite con gli scarti del petrolio. Ma nessuno comperava quelle bibite perché non piacevano. Allora inventò una pubblicità televisiva per convincere la gente a bere. Una bibita da re per la mamma, per il papà e per te! Così tutti le bevevano…e lui diventò ricco ricchissimo quasi come il re. I ricchi sono sempre amici dei re e anche padron Palanca lo diventò. Una sera andò a cena nel suo castello gli disse: “Ho un’idea! Perché non facciamo una grande guerra? Io ti costruirò una strabomba che nessuno ce l’ha e tu mi darai centro stramilioni. Io diventerò il più ricco del mondo e tu il re di tutta la terra”. “Bene” disse il re, “ma come si fa a convincere la gente a fare la guerra per noi?”. “Ci penso io” disse padron Palanca. Diventò capo della tv e fece un telegiornale pieno di pubblicità che diceva: “È bello combattere per il re e per me”. E la gente credeva alle sue parole bugiarde, come beveva le sue bib

LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE INFERNO CANTO XVI

Il  canto sedicesimo  dell' Inferno  di  Dante Alighieri  si svolge nel terzo girone del  settimo cerchio , ove sono puniti i  violenti  contro Dio, natura e arte; siamo all'alba del 9 aprile  1300  ( Sabato Santo ), o secondo altri commentatori del 26 marzo  1300 . Dalla nuova schiera di sodomiti che si avvicina si distaccano tre personaggi che, continuando a correre, si dispongono in  cerchio  ai piedi dell'argine sul quale Dante si è fermato: sono Guido Guerra,  Tegghiaio Aldobrandi  e  Jacopo Rusticucci , celebri esponenti della  parte guelfa   fiorentina  intorno alla metà del Duecento, verso i quali Dante mostra grande rispetto e della cui sorte aveva già domandato a  Ciacco . Certi di aver incontrato un concittadino, i tre chiedono notizie sullo stato presente di  Firenze : Dante risponde loro con una dura invettiva sulla decadenza della città, originata dalla superbia e dall'avarizia dei nuovi ceti dirigenti. Dopo il commiato dai tre  fiorentini , Dante