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La Bohème

L’ottava puntata della Bohème. La seconda parte del terzo atto. Rodolfo (Esce dal Cabaret ed accorre verso Marcello.) Marcello. Finalmente! Qui niun ci sente. Io voglio separarmi da Mimì. Marcello Sei volubil così? Rodolfo Già un'altra volta credetti morto il mio cor, ma di quegli occhi azzurri allo splendor esso è risorto. Ora il tedio l'assale. Marcello E gli vuoi rinnovare il funerale? (Mimì non potendo udire le parole, colto il momento opportuno, inosservata, riesce a ripararsi dietro a un platano, presso al quale parlano i due amici.) Rodolfo Per sempre! Marcello Cambia metro. Dei pazzi è l'amor tetro che lacrime distilla. Se non ride e sfavilla l'amore è fiacco e roco. Tu sei geloso. Rodolfo Un poco. Marcello Collerico, lunatico, imbevuto di pregiudizi, noioso, cocciuto! Mimì (fra sé) (Or lo fa incollerir! Me poveretta!) Rodolfo (con amarezza ironica) Mimì è una civetta

La Bohème

La settima puntata dell Bohème di Puccini. La prima parte del terzo atto. «La voce di Mimì aveva una sonorità che penetrava nel cuore di Rodolfo come i rintocchi di un'agonia... «Egli però aveva per lei un amore geloso, fantastico, bizzarro, isterico... «Venti volte furono sul punto di dividersi. «Convien confessare che la loro esistenza era un vero inferno. «Nondimeno, in mezzo alle tempeste delle loro liti, di comune accordo si soffermavano a riprender lena nella fresca oasi di una notte d'amore... ma all'alba del domani una improvvisa battaglia faceva fuggire spaventato l'amore. «Così - se fu vita - vissero giorni lieti alternati a molti pessimi nella continua attesa del divorzio...». «Musetta, per originaria malattia di famiglia e per materiale istinto, possedeva il genio dell'eleganza». «Questa curiosa creatura dovette, appena nata, domandare uno specchio». «Intelligente ed arguta, ribelle soprattutto a quanto sapesse di

La Bohème

La sesta puntata della Bohème. La fine del secondo atto. Musetta (sempre seduta dirigendosi intenzionalmente a Marcello, il quale comincia ad agitarsi) Quando men vo soletta per la via, la gente sosta e mira e la bellezza mia tutta ricerca in me da capo a pie'... Marcello (agli amici, con voce soffocata) Legatemi alla seggiola! Alcindoro (sulle spine) Quella gente che dirà? Musetta ... ed assaporo allor la bramosia sottil, che da gli occhi traspira e dai palesi vezzi intender sa alle occulte beltà. Così l'effluvio del desìo tutta m'aggira, felice mi fa! Alcindoro (Si avvicina a Musetta, cercando di farla tacere.) (Quel canto scurrile mi muove la bile!) Musetta E tu che sai, che memori e ti struggi da me tanto rifuggi? So ben: le angoscie tue non le vuoi dir, ma ti senti morir! Mimì (a Rodolfo) Io vedo ben... che quella poveretta, tutta invaghita di Marcel, tutta invaghita ell'è! (Schau