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Giovedì gnocchi

GLI GNOCCHI Gli gnocchi sono un piatto tipico italiano, la loro preparazione base è molto semplice, anche se richiede un po’ di tempo. Gli gnocchi si sposano bene con numerosi sughi. Volete imparare a farli? Ecco come si preparano: 1 kg di patate Sale quanto basta 1 uovo 300 gr di farina Gli gnocchi sono un cibo antichissimo, preparato con farine differenti: farina di frumento, di riso, di semola, con patate, pane secco, tuberi o verdure varie. La varietà più diffusa in Italia è quella di patate. Nella città di Roma il piatto tradizionale del giovedì sono/erano gli gnocchi, seguendo il detto "Giovedì gnocchi, Venerdi pesce (o anche "ceci e baccalà"), Sabato Trippa". Ancora oggi sopravvivono antiche osterie e trattorie dove si segue questa tradizione. Noto è il detto romano "Ridi, ridi, che mamma ha fatto i gnocchi"! A Verona un piatto di gnocchi al pomodoro viene tradizionalmente consumato il "Venàrdi Gnocolàr",

Frutta e pettegolezzi

Davanti al cinema tre amici che "chiacchierano"….. Grazia: Hai visto la Maria che due meloni che si è fatta fare? Graziella: Meloni? Quelle sono due cocomeri; lo si vede da lontano che sono finte….prima aveva due susine! Si è fatta pagare tutto dal suo nuovo fidanzato, si fa spremere come un limone, quel cetriolo! Luca: Di chi parlate? Di quella gran figona della Maria? Grazia: Uomini, tutti uguali, non vedono altro…..l’ho sempre detto che tu hai la testa bacata come una mela! Luca: Mah! Per me era già bella prima, ora ha solo messo la ciliegina sulla torta! Graziella: Con te siamo proprio alla frutta Luca. Vedi di non farti sentire dalla tua fidanzata o addio fiori d’arancio…….e domani ti ritroviamo con due pesche sotto agli occhi! Luca: Parlate, parlate voi, siete acide come limoni e fate come la volpe con l’uva! L’unica frutta che vi ritrovate addosso è la buccia d’arancia e adesso andiamo a vedere ‘sto cinecocomero, prima che cambi idea. Graziella e

Il pensierino della sera

LA SINCERITÀ Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero. Oscar Wilde

Le mille e una notte

HOTEL RISTORANTE GROTTA PALAZZESE Avete presente quelle foto che come un lampo si imprimono nella vostra mente? La prima volta che ho visto questo posto mi è successo così, ho visto una foto e ho dovuto subito andare a cercare di quale luogo si trattasse. Trovato……è la grotta Palazzese, dell’ Hotel Ristorante Grotta Palazzese , un luogo incantevole del quale rendere la bellezza non è possibile, semplicemente a parole. Per quello che mi riguarda lo metto immediatamente nella mia lista dei luoghi speciali, quei luoghi che prima o poi devo e voglio andare a visitare in prima persona, anche se sono lontani e disseminati nei punti più strampalati della cartina del bel paese. Per il momento mi godo le immagini di questo ristorante in grotta e di questo Hotel a picco sul mare, immaginando di gustarmi una cena romantica in compagnia di mio marito e dei miei marmocchi, mentre il mare s’infrange sotto la grotta e mentre il profumo della salsedine si mischia a quello del pesce f

Viaggio nel paese delle meraviglie

POLIGNANO A MARE Polignano a Mare è un comune italiano della provincia di Bari, in Puglia. Il nucleo più antico della cittadina sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare Adriatico. Polignano è conosciuta in tutto il mondo per il suo meraviglioso mare e per le caratteristiche grotte lungo la sua costa, alta e frastagliata. La costa è interrotta da numerose lame, gole tra due pareti di roccia, insenature profonde come la famosa Lama Monachile a Ovest della città, chiamata così perchè un tempo vi veniva avvistata la foca monaca. Un famosissimo cantante e attore italiano Domenico Modugno nacque proprio in questa cittadina.

Il pensierino della sera

Un bel bicerin

IL BICERIN Il Bicerin (letteralmente bicchierino) è una storica bevanda calda e analcolica tipica di Torino, che deriva dalla settecentesca "bavareisa", gustosa bevanda servita in grandi bicchieri tondeggianti, composta da una miscela di caffè, cioccolato e crema di latte dolcificata con sciroppo. Il rituale del bicerin invece prevedeva che i tre ingredienti fossero serviti separatamente.  Inizialmente erano previste tre varianti: pur e fior (l’odierno cappuccino), pur e barba (caffè e cioccolato), ’n pòc ’d tut (ovvero un po' di tutto), con tutti e tre gli ingredienti miscelati. È stata quest’ultima formula ad avere più successo e a prevalere sulle altre. Normalmente il tutto veniva accompagnato da altre prelibatezze artigianali torinesi i cosiddetti “bagnati”, di cui esistono ben 14 tipi. Tra i primi testi che raccontano la storia del Bicerin c'è il testo di Alberto Viriglio, Torino e i Torinesi, la cui prima edizione risale al 1898. Nel

Il canto del gallo

Italiano modi di dire

TIRARE LA CINGHIA Stringere o tirare la cinghia significa sottoporsi a privazioni, in un momento economico particolarmente difficile.  Dover fare dei sacrifici ed essere impossibilitati a spendere denaro. Se andiamo a pensarci bene poi…..in tempi di ristrettezze economiche si finisce spesso per calare anche di peso…..e per questo bisogna stringere o tirare la cinghia (che è sinonimo di cintura). Probabilmente il detto deriva anche dai tempi in cui le monete di denaro erano contenute in borse con lacci (cinghie), stringerle significava non lasciare uscire denaro, risparmiare! Stringere i cordoni della borsa significa infatti tagliare le spese. Es. Quest'anno niente vacanze, ho perso il lavoro e dobbiamo tirare la cinghia! Stringiamo la cinghia ancora un po' e forse presto potremo permetterci un'auto usata!

Il gianduiotto

I POST DEL DRAGO IL GIANDUIOTTO Il gianduiotto o giandujotto (in piemontese giandojòt) è il cioccolatino simbolo della città di Torino e sinonimo di cioccolato in tutta Italia e nel mondo; ha la forma di una barca rovesciata e viene avvolto in carta dorata o argentata.  È composto da cioccolata gianduia tipica di Torino, ottenuta impastando cacao e zucchero insieme alle famose nocciole tonde gentili delle Langhe, conosciutissime per la loro pregiata qualità. Il primo gianduiotto fu prodotto dalla nota società dolciaria torinese Caffarel (nello stabilimento situato in Borgo San Donato) e presentato al pubblico nel carnevale del 1865 dalla maschera torinese Gianduja (da cui prende il nome), incarica di distribuire in città la nuova prelibatezza.  Le sue origini si riallacciano a motivazioni storiche ben precise: a causa del  blocco napoleonico, le quantità di cacao che giungevano in Europa erano ridotte e con prezzi esorbitanti, ma ormai la richiesta di cioccolato cont