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Visualizzazione dei post con l'etichetta Di tutto un po'

La storia del melo e della mela, del pero e della pera e del fico e della fica!

La lingua italiana è una lingua meravigliosa, dolcissima musicale, ricca di colore e divertente, ma anche difficile e piena di tranelli ed eccezioni. Fatta la regola, trovato l’inganno si potrebbe dire; un buon insegnante sa guidarvi nelle rapide linguistiche, spiegandovi il percorso più sicuro per imparare “la strada” giusta e facendovi divertire con un po’ di “rafting” attraverso i tranelli più comuni. Non mi credete? E allora giochiamo un po’ con i nomi degli alberi e dei frutti e vediamo cosa ne viene fuori. Il nome di moltissimi alberi in particolare quelli da frutta è maschile e termina in –o, per contro il nome dei frutti che crescono su tali alberi va al femminile e termina in –a.                                        MA    E sistono molte eccezioni, come ad esempio: la vite, la quercia, la palma, oppure   il fico, il limone, il cedro, il lampone, l'ananas, il mirtillo e il ribes che sono maschili e denotano tanto l&

Le superstizioni degli italiani!

La superstizione è una credenza di natura irrazionale che può influire sul pensiero e sulla condotta di vita delle persone che la fanno propria, in particolare la credenza che gli eventi futuri siano influenzati da particolari comportamenti senza che vi sia una relazione causale. La scaramanzia è una forma di superstizione secondo la quale alcune frasi o gesti attirerebbero o allontanerebbero la fortuna o la sfortuna. Un  esempio è l'idea che dicendo qualcosa, questa non accadrà, o potrebbe accadere il contrario di ciò che si è detto. Per questo motivo ad esempio, in Italia, si augura solitamente il contrario di ciò che si desidera che avvenga. Per esempio, a un cacciatore non si dirà "Buona caccia", ma " In bocca al lupo " parola entrata anche nel linguaggio comune e utilizzato per augurare "buona fortuna" . Nonostante la cultura moderna condanni a parole la superstizione, molte credenze di questo genere sono estremamente diffuse anche nella s

Le unità di misura nella lingua italiana

Oggi ci occupiamo di unità di misura, proviamo a guardare quali sono le più utilizzate e quelle che ci possono  servire di più imparando la lingua italiana e poi……….per non annoiarci troppo, nel prossimo articolo faremo un’incursione in sistemi di misura, piuttosto pazzi!  La lunghezza si misura: in METRI (METRO) Foto  chilometro  km      1 000 m                ettometro    hm         100 m    decametro  dam          10 m      metro             m              1m         decimetro    dm               0,1 m     centimetro   cm               0,01 m  millimetro   mm              0,001 m                micrometro  μm              0,000001 m         nanometro  nm               0,000000001 m La massa si misura: in KILOGRAMMI 1000 grammi si chiamano kilogrammi (kg). 100 grammi si chiamano ettogrammi (hg). 10 grammi si chiamano decagrammi (dag ). 1 grammo (g). 0,1 grammi si chiamano decigrammi (dg). 0,01 grammi si chiamano centigrammi (cg) 0,001

Quanto figo sei? Quanti Fonzie vali?

Le seguenti unità di misura sono sicuramente piuttosto strampalate……………ma esistono davvero! ELEFANTI: Il peso di un elefante viene spesso usato come termine di paragone nei libri divulgativi o nei documentari televisivi per la taglia di animali preistorici, come i dinosauri. Quest'unità non ha una vera e propria definizione, considerando che la stazza di un elefante varia molto con l'età, il sesso e la specie. Un elefante pesa in media sei tonnellate. INDICE BIG MAC: Indica il potere di acquisto di un Paese in base al costo del panino Big Mac di McDonald’s BANANA-EQUIVALENTE: Tutte le sostanze organiche hanno una certa radioattività, persino le banane. La radioattività di una banana è pari a 78 nanosievert. SHEPPEY : Sapete fino a quale distanza è possibile scorgere una singola pecora in un gregge? 1400 metri, che equivale poi all’unità di misura di uno sheppey ( pecora in inglese= sheep). BARBA-SECONDO:   Lo sapete quanto cresce la lunghezza dei peli

Le frasi a doppio senso nella vita di ogni giorno!

 Le frasi a doppio senso giocano quasi sempre su termini legati alla sessualità, e come abbiamo visto nel precedente post, i modi per definire gli organi sessuali maschili e femminili, o le azioni sessuali, sono talmente tanti, che anche frasi, banalmente innocenti, possono diventare assolutamente oscene se lette in modo malizioso.   Non ci credete, e allora guardate questo filmato tratto dalla trasmissione "Le iene"   

Scappare o scopare? - Sorry...I'm still learning Italian

Facili fraintendimenti! In italiano esistono delle parole che possono facilmente portare a “capirsi male”, questo tipo di parole sono dette omografe .  In questa categoria ritroviamo due tipi di termini: Le parole omografe e omofone , dette anche omonime, che vengono scritte e pronunciate in modo uguale, pur avendo due significati diversi. Esempi sono Pianta   -  miglio  - unità di misura Fare sesso  -  scopare  -  spazzare il pavimento Verbo salire  -  sale  - spezia molto usata in cucina Profondo rancore  - rabbia   -     malattia Plurale di vita  - vite - la pianta da cui si coglie l’uva Numero   - venti – plurale del sostantivo vento Frutto estivo  -  pesca  -  attività sportiva o verbo Protezione esterna per finestre  - imposta - tassa o gabello Istituto statale che stampa e conia denaro  - zecca  - acaro, animale Le parole  puramente  omografe , sono invece parole che pur avendo la stessa grafia (scritte in modo uguale), si leggo i

Se proprio dovete essere sboccati, siate fantasiosi!

Pensate che questo dare tanti nomi al sesso sia una moda moderna? No, no cari amici, un poeta romanesco, Giuseppe Gioacchino Belli, ha scritto tanti anni fa, due poesie in merito. Eccovele qui: Il padre de li santi Giuseppe Gioacchino Belli Er padre de li Santi Er cazzo se pò ddí rradica, uscello, ciscio, nerbo, tortore, pennarolo, pezzo-de-carne, manico, scetrolo, asperge, cucuzzola e stennarello. Cavicchio, canaletto e cchiavistello, er gionco, er guercio, er mio, nerchia, pirolo, attaccapanni, moccolo, bbruggnolo, inguilla, torciorecchio, e mmanganello.  Zeppa e bbatocco, cavola e tturaccio, e mmaritozzo, e ccannella, e ppipino, e ssalame, e ssarciccia, e ssanguinaccio. Poi scafa, canocchiale, arma, bbambino: poi torzo, crescimmano, catenaccio, mànnola, e mmi’-fratello-piccinino. E tte lascio perzino ch’er mi’ dottore lo chiama cotale, fallo, asta, verga, e mmembro naturale. Cuer vecchio de spezziale disce Priàpo; e la su’