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Marzo-Giorgia

GIORGIA MARZO Le cose non vanno mai come credi un'altra notte ti svegli e ti chiedi se hai sbagliato per quella promessa se hai mentito per una carezza per questo viaggio ci vuole coraggio per questo amore pieghiamo il destino ti resto accanto su questo cammino però ti prego tu dammi la mano I'll show you something good (something good) I'll show you something good E tutto quello che è stato è già stato lo metteremo nel nostro passato Vieni con me ti porterò sopra i deserti che ho scoperto con te vieni con me ti condurrò per quegli abissi dove mi perderei e io sarò una regina sarò l'estate e la nebbia di mattina sarò il tuo miele sarò le tue vele e per questo ti chiedo amami!!! La cose non vanno mai come credi il cuore è pieno di lacrime rotte il tempo è ladro di cose mai dette e so che indietro mai più si ritorna eppure ancora ti resto vicino stanotte resta su questo cuscino I'll show you som

Un film sull'Inferno di Dante

L’INFERNO IL FILM Un film muto di repertorio, un gioiello poco conosciuto dedicato all’Inferno della Divina Commedia L'Inferno è un film muto del 1911, diretto da Francesco Bertolini, Giuseppe de Liguoro e Adolfo Padovan. Il film è composto da 54 scene. Narra con fedeltà la prima cantica della Divina Commedia, con una serie di quadri animati ispirati alle illustrazioni di Gustave Doré. Fu il primo film a ottenere l'iscrizione nel pubblico registro delle opere protette.

Sarà serena questa Serena?

Serena è un nome femminile italiano...ma "essere sereni" significa essere tranquilli, essere in pace con se stessi, non avere problemi. Il contrario di essere sereni è "avere le palle girate", che significa essere di cattivo umore, avere la luna, avere dei problemi, essere di umore nero. Nonostante il giramento di palle, si possa pensare sia una prerogativa maschile, l'espressione è molto in voga anche tra le donne.  Quindi se la mattina vi alzate col piede sbagliato ragazze, potete dire: "Non sono serena, mi girano proprio le palle", anche se ricordatevi che l'ultima espressione, un po' volgaruccia lo è!

Dean Martin e il trans...

FABIO CONCATO DEAN MARTIN 1977 " A Dean Martin " è una ballata spiritosa ed ironica più recitata che cantata e molto simile ad un pezzo di cabaret, nella canzone si prende garbatamente in giro il noto cantante italoamericano "sano", "conservatore e anticomunista", immaginandolo mentre in Italia tenta il maldestro abbordaggio di un'avvenente ragazzina, che si rivelerà molto diversa da come lui l’ha immaginata ("quanto pelo hai sul petto, ora che ti guardo bene sembri proprio un ometto..."). Spiritosa e pungente, la canzone è divenuta nel tempo un cavallo di battaglia nel repertorio di Fabio Concato. Ragazzina, piccolina ti ho comprato la gelata, il caramello ed un sacchetto di pop corn. Mi dispiace, farfallina che non ti piaccia affatto il profumo della mia brillantina. Vorrei portarti nel Texas con me e costruire il nostro piccolo ranch qualche animale dici che ci son già io ma non scherzare, raga

La Divina Commedia- Inferno- Canto V

Il canto di “Paolo e Francesca” “galeotto fu il libro” Il canto quinto dell'Inferno di Dante Alighieri si svolge nel secondo cerchio, ove sono puniti i lussuriosi; siamo nella notte tra l'8 e il 9 aprile 1300 (Sabato Santo). «Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona. Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi a vita ci spense.» Queste parole da lor ci fuor porte. Dante Alighieri, Inferno V, 100-108 Paolo e Francesca sono due figure di amanti entrate a far parte dell'immaginario popolare sentimentale, pur appartenendo anche alla storia e alla letteratura. A loro è dedicata buona parte del V canto della Divina Commedia di Dante Alighieri. Nella Commedia, i due giovani - riminese lei (anche se nata a Ravenna), della vicin

Semplicemente Italia!

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Ovvio

Non vedere al di là del proprio naso! = Non capire cose evidenti! Ovvio= Di immediata comprensione, che non desta meraviglia!

Per dire di no, affatto da solo non basta.

Se chiedete a un amico che è venuto a cena da voi:  “Ti piace il risotto?”  e lui vi risponde  “ Affatto ” potreste trovarvi un po' nel panico, e non sapere bene se non gli piace per niente o moltissimo! E questo perchè l'avverbio affatto è ormai comunemente utilizzato in modo negativo come sinonimo di no e per niente.  Affatto però è nato con un significato marcatamente positivo.  Sin dal Trecento affatto, composto di a + fatto, voleva dire interamente, del tutto, completamente.  Per Petrarca: “... Amor s’ingegna / ch’io mora affatto”.  Perché affatto assuma un significato negativo bisogna  farlo precedere da un’espressione negativa come ad esempio niente affatto, per niente affatto, per nulla affatto.  Così avrebbe dovuto rispondervi l’amico per non gettarvi nel panico.  E così ricordate di rispondere voi, se volete dire di no in modo deciso.  Non dimenticate, come ha fatto il vostro amico e come fanno molti, la negazione.  Dite niente affatto, per niente affat

Il Festival di Sanremo

Vita morte miracoli e curiosità...o meglio tutto quello che vi occorre sapere per vivere felici sul: FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA È inutile negarlo, e chi lo fa è ipocrita, in Italia il Festival di San Remo fa parlare e mobilizza l’opinione pubblica. Per tutti quelli tra di voi che non sono italiani e che forse non hanno un’idea precisa di cosa sia: Il Festival di Sanremo o Festival della Canzone Italiana di Sanremo è una manifestazione canora che ha luogo ogni anno a Sanremo in Italia, al teatro Ariston, nel periodo invernale e precisamente verso Febbraio/Marzo. Rappresenta uno dei maggiori eventi mediatici italiani, trasmesso in diretta sia dalla televisione che dalla radio. Il primo Festival fu quello tenuto a Sanremo nel lontano 1951, vinto dalla mitica Nilla Pizzi con “Grazie dei fiori”; questa cantante si aggiudicò anche la seconda edizione nel 1952 con “Vola colomba”.   Sul palco del Festival alla conduzione o dietro al microfono come presentatori si so

Il volo dell'Angelo

La tradizione narra che durante un carnevale, verso la metà del 1500 un giovane turco, acrobata di mestiere, divenne protagonista di un’impresa incredibile che lasciò tutti i veneziani e il Doge a bocca aperta.  Da una barca solidamente ancorata al molo, davanti alla Piazza, l’acrobata arrivò fino alla cella campanaria del Campanile di San Marco, camminando su  una corda e aiutandosi soltanto con un bilancere. Fu una cosa talmente impressionante, ed entusiasmante per tutto il popolo veneziano che da quell'anno l'impresa o "Svolo del Turco" a gran richiesta, venne ripetuta ogni Giovedì Grasso durante i festeggiamenti del Carnevale. L'intera Piazza San Marco gremita di folla col Doge in prima fila e la nobiltà accanto aspettava col fiato sospeso lo "Svolo" annuale, che veniva ripetuto da acrobati professionisti e più avanti negli anni dagli "Arsenalotti" (le maestranze dei cantieri dell’Arsenale). Lo "Svolo" cambiò forme