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Venticelli in musica!


IL PETO NEL REGNO DI NAPOLI

Una canzone del cantante e cabarettista partenopeo(=napoletano), Federico Salvatore. 
Una lezione sulla storia di Napoli, dei suoi Re e delle loro regge, fatta in modo, decisamente poco convenzionale!






FEDERICO SALVATORE

Il peto nel regno di Napoli!
Cu'sta canzone ve voglio cuntare 'nu fattariello nu'poco volgare
e si v'assettate 'ncoppo 'a 'na seggia ve cunto "la storia della scorreggia"
'e tutt'i re napulitane che 'hanna rignate dai tiempe luntane
e si licenza me 'so pigliate nun me' chiammate scrianzato!

Si racconta che re Ruggero, primo re normanno vero,
dava sfogo al deretano nel castello capuano.
Scorreggiava tutte le ore re Tancredo, il successore,
mentre invece re Guglielmo 'e faceva a castiel Sant'Elmo.
Federico II di Svevia al suo peto diede gloria
trattò bene la materia con la "legge cacatoria":
la scoreggia se pur goffa si distingue dalla loffa
e la loffa vien tradotta comme 'nu pireto senza botta!
Ogni principe reale introduce un proprio stile
per esempio re Corrado le faceva un po' inclinato
scoreggiava re Manfredi sollevandosi sui piedi
mentre invece Carlo d'Angiò 'e faceva 'ncoppo 'u cummò!
Carlo II, detto lo zoppo, scoreggiava solo al galoppo
mentre invece re Roberto le faceva a culo aperto.
Ma la storia non ci inganna sotto il regno di Giovanna
e ci dice che la regina faceva 'e pireti a primma matina!
Con l'avvento dei Durazzo la scoreggia cambia mazzo,
si profuma di cacao con il regno di Ladislao.
Torna al trono la Giovanna e l'odore sa di panna
e con Renato di Lorena nascett'o pireto all'amarena.
Con l'avvento degli Aragona la scoreggia va in poltrona
perché i peti aragonesi sono piriti più cortesi
e la corte prediletta preferisce un'etichetta
e per farne poco abuso, i nobili, s'appilavano 'o pertuso.
Carlo d'Austria detto il bello scoreggiava con l'ombrello
mentre invece re Filippo le faceva con l'inghippo
disse al popolo in sommossa: "Per il peto c'è la tassa!"
Ed il re perse il cappello.. cu'nu pireto 'e Masaniello!
Dopo anni di viceregno la scoreggia lascia il segno
ma poi arriva Carlo III e diventa un vero scherzo
si scoreggia all'aria aperta nella reggia di Caserta
con il duca e col visconte dint'a reggia 'e Capemonte!
Sale al trono re Nasone: Ferdinando di Borbone,
e la storia ci propone il perché del soprannome
si racconta che la moglie scoreggiava per le doglie
ed il re in sedutastante l'addurava tutte quante!
Ma poi il regno va mutando per il povero Ferdinando
la scoreggia si fa porca, viva festa, farina e forca.
Da una parte i sanfedisti danno voce ai culi tristi
e dall'altra i giacobini facevano i pireti fini fini.
Passa a Napoli la coorte del francese Bonaparte
che se pur scoreggia forte, la repubblica non ha sorte.
C'è Murat, suo cognato, ma Giacchino è fucilato
viva la costituzione:
popolo, vulimmo o pireto 'do borbone!
Si ritorna al peto fresco del borbone re Francesco,
Ferdinando, detto bomba, che scoreggia suon di tromba,
ci riprova Francischiello, che scoreggia a cufaniello
ma per Napoli è già tardi: arriva 'o pireto 'e Garibaldi.

Se volete saperne di più su questi "venticelli sgradevoli"...guardate QUI

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