La bohème è un'opera lirica in quattro quadri di Giacomo
Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica.
QUADRO PRIMO
In una misera soffitta.
Quattro giovani amici - il poeta Rodolfo, il pittore
Marcello, il musicista Schaunard ed il filosofo Colline - conducono una gaia
vita di bohème. I soldi mancano quasi sempre, spesso si digiuna, ma la gioventù
e la spensieratezza aiutano a superare molti ostacoli. La vigilia di Natale
vede Rodolfo e Marcello che, infreddoliti ed impossibilitati a lavorare per il
gelo che ha invaso la soffitta, sono costretti a bruciare nel caminetto il
grosso manoscritto di un dramma di Rodolfo. Rientra Colline, desolato perché ha
trovato chiuso il Monte dei Pegni; ma Schaunard, invece, arriva tutto esultante
portando del denaro, frutto di un'insolita sua prestazione musicale. I quattro
amici decidono di festeggiare la vigilia di Natale con una cena al Quartiere
Latino, quando giunge, non gradito, il padrone di casa Benoh a reclamare la
pigione dell'ultimo trimestre. Costretto a bere dai turbolenti inquilini, il
vecchio si lascia andare ad imprudenti confidenze sulle sue infedeltà coniugali
e viene perciò cacciato con alte grida di riprovazione dagli improvvisati
moralisti. Marcello, Colline e Schaunard escono; Rodolfo deve attardarsi per
finire un articolo di giornale. Mentre il poeta sta scrivendo, fa la sua
apparizione Mimì, una dolce e bella grisette che abita in una soffitta dello
stesso casamento. Le si è spenta la candela, chiede aiuto a Rodolfo: ma, appena
entrata, si sente male e le cadono di mano il candeliere e la chiave di casa.
Rodolfo è colpito dal pallore e dalla bellezza della fanciulla. l'aiuta a
rimettersi ma, trovata nel buio la chiave, si guarda bene dal restituirla a
Mimì: chiamato a gran voce dagli amici impazienti di far baldoria, convince la
ragazza ad unirsi a loro. Mimì dolcemente cede. Già innamorati, i due giovani
si baciano, poi a braccetto, si avviano giù per la scala.
Prima parte del quadro primo:
In soffitta.
Ampia
finestra dalla quale si scorge una distesa di tetti coperti di neve. A
sinistra, un camino. Una tavola, un letto, un armadietto, una piccola libreria,
quattro sedie, un cavalletto da pittore con una tela sbozzata ed uno sgabello:
libri sparsi, molti fasci di carte, due candelieri. Uscio nel mezzo, altro a
sinistra.
(Rodolfo
guarda meditabondo fuori della finestra. Marcello lavora al suo quadro: «Il
passaggio del Mar Rosso», con le mani intirizzite dal freddo e che egli
riscalda alitandovi su di quando in quando, mutando, pel gran gelo, spesso
posizione.)
Marcello
(seduto, continuando a dipingere)
Questo Mar Rosso - mi ammollisce e assidera
come se addosso - mi piovesse in stille.
(Si allontana dal cavalletto per guardare il suo quadro.)
Per vendicarmi, affogo un Faraon!
(Torna al lavoro. A Rodolfo:)
Che fai?
(volgendosi un poco)
Nei cieli bigi
guardo fumar dai mille
comignoli Parigi
(additando il camino senza fuoco)
e penso a quel poltrone
di un vecchio caminetto ingannatore
che vive in ozio come un gran signore.
Marcello
Le sue rendite oneste
da un pezzo non riceve.
Rodolfo
Quelle sciocche foreste
che fan sotto la neve?
Marcello
Rodolfo, io voglio dirti un mio pensier profondo:
ho un freddo cane.
Rodolfo
(avvicinandosi a Marcello)
Ed io, Marcel, non ti nascondo
che non credo al sudore della fronte.
Marcello
Ho diacciate
le dita quasi ancora le tenessi immollate
giù in quella gran ghiacciaia che è il cuore di
Musetta...
(Lascia sfuggire un lungo sospirone, e tralascia di
dipingere, deponendo tavolozza e pennelli.)
Rodolfo
L'amore è un caminetto che sciupa troppo...
Marcello
... e in fretta!
Rodolfo
... dove l'uomo è fascina...
Marcello
... e la donna è l'alare...
Rodolfo
... l'una brucia in un soffio...
Marcello
... e l'altro sta a guardare.
Rodolfo
Ma intanto qui si gela...
Marcello
... e si muore d'inedia!...
Rodolfo
Fuoco ci vuole...
Marcello
(afferrando una sedia e facendo atto di spezzarla)
Aspetta... sacrifichiam la sedia!
(Rodolfo impedisce con energia l'atto di Marcello.)
(Ad un tratto Rodolfo esce in un grido di gioia ad
un'idea che gli è balenata.)
Rodolfo
Eureka!
(Corre alla tavola e ne leva un voluminoso scartafaccio.)
Marcello
Trovasti?
Rodolfo
Sì. Aguzza
l'ingegno. L'idea vampi in fiamma.
Marcello
(additando il suo quadro)
Bruciamo il Mar Rosso?
Rodolfo
No. Puzza
la tela dipinta. Il mio dramma,
I'ardente mio dramma ci scaldi.
Marcello
(con comico spavento)
Vuoi leggerlo forse? Mi geli.
Rodolfo
No, in cener la carta si sfaldi
e l'estro rivoli ai suoi cieli.
(con importanza)
Al secol gran danno minaccia...
E Roma in periglio...
Marcello
(con esagerazione)
Gran cor!
Rodolfo
(Dà a Marcello una parte dello scartafaccio.)
A te l'atto primo.
Marcello
Qua.
Rodolfo
Straccia.
Marcello
Accendi.
(Rodolfo batte un acciarino accende, una candela e va al
camino con Marcello: insieme dànno fuoco a queila parte dello scartafaccio buttato
sul focolare, poi entrambi prendono delle sedie e seggono, riscaldandosi
voluttuosamente.)
Rodolfo
e Marcello
Che lieto baglior!
(Si apre con fracasso la porta in fondo ed entra Colline
gelato, intirizzito, battendo i piedi, gettando con ira sulla tavola un pacco
di libri legato con un fazzoletto.)
Colline
Già dell'Apocalisse appariscono i segni.
In giorno di vigilia non si accettano pegni!
(Si interrompe sorpreso, vedendo fuoco nel caminetto.)
Una fiammata!
Rodolfo
(a Colline)
Zitto, si dà il mio dramma.
Marcello
... al fuoco.
Colline
Lo trovo scintillante.
Rodolfo
Vivo.
(Il fuoco diminuisce.)
Colline
Ma dura poco.
Rodolfo
La brevità, gran pregio.
Colline
(levandogli la sedia)
Autore, a me la sedia.
Marcello
Presto. Questi intermezzi fan morire d'inedia.
Rodolfo
(Prende un'altra parte dello scartafaccio.)
Atto secondo.
Marcello
(a Colline)
Non far sussurro.
(Rodolfo straccia parte dello scartafaccio e lo getta sul
camino: il fuoco si ravviva. Colline avvicina ancora più la sedia e si riscalda
le mani: Rodolfo è in piedi, presso ai due, col rimanente dello scartafaccio.)
Colline
Pensier profondo!
Marcello
Giusto color!
Rodolfo
In quell'azzurro - guizzo languente
Sfuma un'ardente - scena d'amor.
Colline
Scoppietta un foglio.
Marcello
Là c'eran baci!
Rodolfo
Tre atti or voglio - d'un colpo udir.
(Getta al fuoco il rimanente dello scartafaccio.)
Colline
Tal degli audaci - I'idea s'integra.
Tutti
Bello in allegra - vampa svanir.
(Applaudono entusiasticamente: la fiamma dopo un momento
diminuisce.)
Marcello
Oh! Dio... già s'abbassa la fiamma.
Colline
Che vano, che fragile dramma!
Marcello
Già scricchiola, increspasi, muore.
Colline
e Marcello
(Il fuoco è spento.)
Abbasso, abbasso l'autore.
(Dalla porta di mezzo entrano due Garzoni, portando l'uno
provviste di cibi, bottiglie di vino, sigari, e l'altro un fascio di legna. Al
rumore, i tre innanzi al camino si volgono e con grida di meraviglia si
slanciano sulle provviste portate dal garzone e le depongono sul tavolo.
Colline prende la legna e la porta presso il caminetto: comincia a far sera.)
Rodolfo
Legna!
Marcello
Sigari !
Colline
Bordò!
Tutti
Le dovizie d'una fiera
il destin ci destinò.
(I garzoni partono.)
Schaunard
(Entra dalla porta di mezzo con aria di trionfo, gettando
a terra alcuni scudi.)
La Banca di Francia
per voi si sbilancia.
Colline
(raccattando gli scudi insieme a Rodolfo e Marcello)
Raccatta, raccatta!
Marcello
(incredulo)
Son pezzi di latta!...
Schaunard
(mostrandogli uno scudo)
Sei sordo?... Sei lippo?
Quest'uomo chi è?
Rodolfo
(inchinandosi)
Luigi Filippo!
M'inchino al mio Re!
Tutti
Sta Luigi Filippo ai nostri pie'
(Depongono gli scudi sul tavolo. Schaunard vorrebbe
raccontare la sua fortuna, ma gli altri non lo ascoltano: vanno e vengono
affaccendati disponendo ogni cosa sul tavolo.)
Schaunard
Or vi dirò: quest'oro, o meglio argento,
ha la sua brava storia...
Marcello
(ponendo la legna nel camino)
Riscaldiamo
il camino!
Colline
Tanto freddo ha sofferto.
Schaunard
Un inglese... un signor... lord o milord
che sia, voleva un musicista...
Marcello
(gettando via il pacco di libri di Colline dal tavolo)
Via!
Prepariamo la tavola!
Schaunard
Io? volo!
Rodolfo
L'esca dov'è?
Colline
Là.
Marcello
Qua.
(Accendono un gran fuoco nel camino.)
Schaunard
E mi presento.
M'accetta: gli domando...
Colline
(mettendo a posto le vivande)
Arrosto freddo!
Marcello
(mentre Rodolfo accende l'altra candela)
Pasticcio dolce!
Schaunard
A quando le lezioni?...
Risponde: «Incominciam...
Guardare!» (e un pappagallo m'addita al primo piano),
poi soggiunge: «Voi suonare
finché quello morire!».
Rodolfo
Fulgida folgori la sala splendida.
Marcello
(Mette le due candele sul tavolo )
Or le candele!
Schaunard
E fu così:
Suonai tre lunghi dì...
Allora usai l'incanto
di mia presenza bella...
Affascinai l'ancella...
Gli propinai prezzemolo!...
Lorito allargò l'ali,
Lorito il becco aprì,
da Socrate morì!
(Vedendo che nessuno gli bada, afferra Colline che gli
passa vicino con un piatto.)
Colline
Pasticcio dolce!
Marcello
Mangiar senza tovaglia?
Rodolfo
(levando di tasca un giornale e spiegandolo)
Un'idea...
Colline
e Marcello
Il «Costituzional!»
Rodolfo
Ottima carta...
Si mangia e si divora un'appendice !
Colline
Chi?!...
Schaunard
(urlando indispettito)
Che il diavolo vi porti tutti quanti!
(Poi, vedendoli in atto di mettersi a mangiare il
pasticcio freddo:)
Ed or che fate?
(Con gesto solenne stende la mano sul pasticcio ed
impedisce agli amici di mangiarlo; poi leva le vivande dal tavolo e le mette nel
piccolo armadio.)
No! Queste cibarie
sono la salmeria
pei dì futuri
tenebrosi e oscuri.
Pranzare in casa
il dì della vigilia
mentre il Quartier Latino le sue vie
addobba di salsicce e leccornie?
Quando un olezzo di frittelle imbalsama
le vecchie strade?
Marcello,
Rodolfo e Colline
(Circondano ridendo Schaunard.)
La vigilia di Natal!
Schaunard
Là le ragazze cantano contente
ed han per eco ognuna uno studente!
Un po' di religione, o miei signori:
si beva in casa, ma si pranzi fuori.
(Rodolfo chiude la porta a chiave, poi tutti vanno
intorno al tavolo e versano il vino. Si bussa alla porta: s'arrestano stupefatti.)
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