EMILIA ROMAGNA E MARCHE
Prodotto nel 1968 - Restaurato nel 2005
Un susseguirsi di ambienti naturali e
geografici diversi, raccontati dalle riprese di Folco Quilici e descritti in
collaborazione con Augusto Frassinetti.
Un viaggio attraverso la storia dell'Emilia
Romagna e delle Marche, delle loro civiltà, dei loro aspetti controversi che le
rendono uniche e proprio per questo incantevoli.
Il filmato di Quilici, le sue descrizioni
realistiche ed emozionanti regalano allo spettatore la possibilità di
avvicinarsi e di conoscere i numerosi luoghi di queste due regioni, le molteplici
sfumature che si svelano in tutta la loro autentica bellezza.
L'itinerario che ci guida alla scoperta di
alcune tra le terre più fertili d'Italia si snoda lungo le antiche strade che
hanno tracciato la trama dello sviluppo civile ed economico di queste regioni.
Strade che percorrono ventimila chilometri quadrati di campi coltivati, bagnati
dalle acque del fiume Po.
La via Emilia ci introduce nel capoluogo
emiliano, Bologna, nucleo cittadino medievale ove "...passato, presente e
futuro s'allargano a onde concentriche. Onde di storia che abbracciano altri
paesi, altre campagne e altre città...".
Il color verde giallastro delle campagne
coltivate si mescola continuamente al rosso bruno dei tetti di cotto di Reggio
Emilia e di Carpi.
Proseguendo verso Piacenza terracotta e
mattone vengono interrotti dalle "cattedrali bianche" di Parma,
Ferrara e Modena.
Ferrara, a lungo in lotta con i territori
paludosi circostanti, per secoli è stata il capoluogo della zona agricola,
"la bassa". Senza l'ingegnosa e massiccia opera di bonifica né la
città estense né Ravenna sarebbero, ancora oggi, due tra i più straordinari gioielli
dell'Emilia e della Romagna.
La ricca agricoltura della "bassa"
si contrappone alla condizione di povertà e di abbandono della zona
appenninica. Disperse nella solitudine rocciosa si incontrano l'abbazia di
Rossena, il Castello di Canossa e quello di Gradara che conservano il ricordo
della gloria passata.
Scendendo verso Sud si incontra l'antica
Repubblica di San Marino, dove il Monte Titano, con le sue caratteristiche tre
penne, ci introduce nelle Marche.
Le prime immagini si soffermano sulla fortezza
di San Leo, inespugnabile roccaforte risalente all'epoca medievale, per poi
sorvolare la rocca naturale di Capo Conero, illuminata dal bianco delle sue
scogliere granitiche.
La cattedrale di Santa Maria di Portonovo a
picco sul mare verde-azzurro precede l'ingresso al golfo in cui sorge Ancona,
capoluogo marchigiano, espressione matura dell'arte picena.
Proseguendo si scopre a pochi chilometri dalla
costa la città di Loreto, "capitale religiosa delle Marche". Di lì,
sorvolato il Monte dell'Ascensione, appare Ascoli Piceno, la cosiddetta città
delle torri.
Il viaggio continua, risalendo la regione e
spingendosi verso l'entroterra. Il susseguirsi di immagini riprese dall'abile
mano del regista Quilici, fotografa Recanati, i castelli di Fermo e i palazzi
in cotto di Macerata.
La terra amata da Leopardi si rivela ricca di
suggestioni. Percorrendo il borgo natio è possibile perdersi tra i versi
composti dal poeta e rivivere il ricordo di Silvia, del Campanile del passero
solitario e immergersi nell'infinito al di là del colle.
La città di Urbino conclude il film delle
Marche. Tra le mura del Palazzo Ducale "...sembrano aver preso corpo nella
pietra le più alte aspirazioni della cultura rinascimentale...".
Un lungo volo in cui si rivela la poliedricità
di un territorio che sembra condensare al suo interno i molteplici aspetti del
"bel Paese"; immagine evocata sapientemente dalle parole del
professore Dante Cecchi che così la descrive:"... l'Italia, nel suo
insieme, è una specie di prisma, nel quale sembrano riflettersi tutti i
paesaggi della terra, facendo atto di presenza in proporzioni moderate e
armonizzandosi l'un l'altro. L'Italia, con i suoi paesaggi, è un distillato del
mondo; le Marche dell'Italia".
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