LA LIGURIA
Prodotto nel 1973 restaurato nel 2004
"La forma in cui le nostre abitudini
mentali ci rappresentano la Liguria è non d'una superficie ma d'una linea, o
meglio d'una strada, che segue approssimativamente l'arco della sua costa, da
Ponente e Levante...". Inizia così il lungometraggio dedicato alla regione
Liguria, un viaggio a due voci, quella di Folco Quilici e di Italo Calvino, un
volo di immagini e di testimonianze suggestive.
Come a voler sottolineare il dualismo
mare--montagna che tanto caratterizza questa meravigliosa terra, il filmato
contrappone sequenze di una regione vista dall'alto ad altri scorci di riprese
dalla terra ferma.
La condizione di perpetua insicurezza propria
di una terra tutta abbracciata dal mare si riflette nella forma dei paesi
liguri, in cui le case si rinserrano una sull'altra come le scaglie di una
Pigna (e Pigna è proprio il nome di un paese della Val Nervia, così com'è il
nome dell'agglomerato urbano della vecchia San Remo), città fatte per la
difesa, vie strette e sormontate da archivolti, come pronte a respingere un
assedio. Oppure in siti unici, pressoché inaccessibili, protetti via terra e
raggiungibili quasi solo via mare: come la celebre Abbazia di San Fruttuoso.
L'incedere delle immagini anima le parole di
Calvino e sembra dare vita a quel meraviglioso mare che per la Liguria ha
sempre rappresentato "la dimensione del pericolo ma anche la porta aperta
sul mondo. La via delle partenze e dei ritorni fortunati dei marinai e dei
mercanti. Avvicinandoci dal mare ai centri abitati della costa, ci accorgiamo
che solo visti dal largo essi acquistano la loro forma, il loro volto."
Da ponente a levante scorrono paesi in
successione, con i loro magnifici paesaggi: dalla suggestiva Portovenere
all'esclusiva Portofino, le magnifiche ville di Paraggi, Santa Margherita,
Cervo con la chiesa barocca di San Giovanni Battista e Ventimiglia con la sua
cattedrale romanica.
Dal mare all'entroterra, passando per i verdi
pendii, si scoprono, isolati, il santuario Nostra Signora delle Grazie, vicino
Chiavari, e la magnifica abbazia di Borzone; proseguendo si raggiunge
l'Appennino con i suoi paesi nascosti. In volo, si scorge Baiardo che,
dall'alto, nello svolgersi della sua tradizionale "festa della barca"
sembra celebrare l'unità di due elementi tra loro pure così lontani: il mare e
la montagna.
E ancora lo sguardo del regista indugia sulla
madre terra, pescatori e agricoltori filmati durante la loro dura attività.
Immagini vive di chi è costretto a vivere in un paese per certi aspetti
difficile, dove il mare è poco generoso e la terra spesso avara di frutti.
Proseguendo il viaggio, eccoci giungere a
Bordighera, inizialmente terra dell'olivo ma che successivamente ha lasciato
spazio a una agricoltura organizzata, basata su coltivazioni di fiori. Il
percorso continua fino a Genova, così diversa dalle altre città, come dice
Quilici, "per quel suo essere disposta a gradini, dal mare ai colli, e
offrirsi così all'osservazione dal cielo in un susseguirsi di spazi prospettici
sempre mossi e diversi; e per l'incontro continuo, ma allo stesso tempo,
inatteso di campanili dalle cuspidi così scattanti verso il cielo da suggerirmi
(...) la sensazione d'essere punti di contatto fra noi alti nel cielo e la
città sottostante".
E poi, ancora, i tetti ed il Duomo di Imperia,
la Torre di San Pancaldo nel porto di Savona, La Spezia.
Un viaggio virtuale in cui la regione scopre i
suoi mille volti, mostrandosi in tutti i suoi aspetti. Bellezza e durezza, mare
e montagna, si fondono in un'unica armoniosa realtà, la "Liguria".
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