LA SARDEGNA
Prodotto nel 1978 - restaurato nel 2006
Un susseguirsi di ambienti naturali e geografici
diversi, raccontati dalle riprese di Folco Quilici e descritti a più voci da
firme autorevoli tra le quali spiccano Grazia Deledda, Guido Piovene, Giuseppe
Dessì ed Antonio Gramsci.
Un viaggio attraverso la storia della
Sardegna, delle sue civiltà, dei suoi aspetti controversi che la rendono unica
e proprio per questo incantevole.
Il filmato di Quilici, le sue descrizioni
realistiche ed emozionanti regalano allo spettatore la possibilità di
avvicinarsi e di conoscere i numerosi luoghi della regione, le sue molteplici
sfumature che si svelano in tutta la loro autentica bellezza.
"...Icnusa: impronta lasciata in mezzo al
mare da un dio che proseguì poi per la sua strada senza voltarsi...". Il
viaggio alla scoperta della terra sarda prende l'avvio dalla più antica delle
"favole di pietra" rievocata dalle parole di uno dei maggiori
letterati contemporanei sardi, Giuseppe Dessì.
La pietra, emblema di questa isola nata al
centro del Mediterraneo, è il filo conduttore di una terra in cui natura e
tradizione secolare combattono per mantenere intatto un ambiente unico e
irrepetibile. I miti germogliati dalle rocce hanno plasmato il carattere e il
destino del suo popolo.
Sorvolando il cuore della Sardegna, costituita
dalla brughiera deserta della Giara di Gèsturi ed oltrepassando il Gennargentu
si scoprono alcune delle settemila costruzioni nuragiche sopravvissute al
tempo. I nuraghi, con la loro singolare architettura, rappresentano l'apice
della "civiltà di pietra".
Le rovine ci riportano a secoli remoti e tra
queste "trame di sasso" si possono leggere i segni lasciati dalle
dominazioni dei popoli invasori: romani, bizantini, pisani, catalani e spagnoli
hanno impresso nella pietra le tracce del loro passaggio.
Barumini, la "pinnettas" del
"saltus" di Orgosolo, il Castello di Acquafredda a Siliqua, la
Basilica della Santissima Trinità di Saccargia sono solo alcune delle pagine
della storia sarda.
In un attimo si passa dall'antichità dei
villaggi nuragici alla modernità delle città che devono il loro sviluppo alla
posizione sul mare. Alghero, sulla costa occidentale, ed Olbia, sulla costa
orientale, rappresentano due dei principali capolinea delle rotte tra l'isola
ed il continente.
Passando per Nuoro, dove la statua del
Redentore che domina la città dall'alto costituisce un importante punto di
riferimento per la gente della Barbagia, si arriva ad Oristano, testimonianza
dell'influenza spagnola.
Il viaggio continua proseguendo lungo la costa
verso la città più a Sud dell'isola, Cagliari che, pur sul mare, conserva
intatto il ruolo di collegamento con la vasta pianura agricola che si apre alle
sue spalle e di ponte con la terraferma.
Dall'alto l'intera isola sembra essere
racchiusa in un anello di torri che trasformano la costa in un'unica
"cinta ciclopica". Mura sorte in difesa del mare che, nello stesso
tempo, con la sua impetuosità costituì una barriera naturale contro i popoli
nemici, i cui tesori sono ora celati sotto le limpide acque di Capo S. Marco e
di Capo Ferro che custodiscono zone archeologiche subacquee ricche di resti
preziosi.
Ricchezze, quelle marine, che si alternano
alla preziosa flora e fauna tipiche del luogo. Tra le montagne a picco sul
mare, nei boschi e nelle zone inesplorate dell'interno, si incontrano specie
viventi uniche del Mediterraneo. Tra Alghero e Bosa, il grifone nidifica lungo
la costa; nel mare che lambisce le Bocche di Bonifacio delfini e tartarughe incantano
i visitatori subacquei, mentre il verde della Giara di Gèsturi è l'habitat
ecologico di rari cavallini bradi. L'azzurro delle acque dello stagno di Cabras
si dipinge di rosa al passare dei fenicotteri, mentre le sfumature turchesi di
Cala Gonone costituiscono l'ultimo dei rifugi della rarissima foca del
Mediterraneo.
L'itinerario dall'alto scopre la molteplicità
degli aspetti in cui si articola l'intera isola con coste orlate da specchi
d'acqua di lagune e di stagni che lambiscono lunghe distese di sabbia dorata.
Così, Marcello Serra - poeta di Lanusei -
parla della Sardegna: "dal cielo si scopre l'anima più gelosa di questa
terra e il tumulto inesausto della sua natura composita, che ha subito il
travaglio di tutte le ere del pianeta".
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