Agrigento, 28 giugno 1867 – Roma, 10 dicembre 1936
Fu un drammaturgo, scrittore e poeta italiano, insignito del
Premio Nobel per la letteratura nel 1934.
Apprezzato narratore, rivoluzionò il teatro del Novecento,
divenendo uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi.
Il suo primo grande successo fu merito del romanzo Il fu
Mattia Pascal, scritto nelle notti di veglia alla moglie paralizzata nelle
gambe.
L'esclusa, 1908
Un'ora breve di dolore c'impressiona lungamente; un giorno
sereno passa e non lascia traccia.
Liolà, 1916
I figli del lupo nascono coi denti.
Il berretto a sonagli, 1917
Non c'è più pazzo al mondo di chi crede d'aver ragione!
Moglie, sardine ed
acciughe: queste, sott'olio e sotto salamoia; la moglie, sotto chiave.
L'amica delle mogli, 1926
Sciocchi si può essere in due modi: per una sciocchezza che
si fa, come tanti possono farla, pur senz'essere sciocchi; e allora si fa
ridere non propriamente di noi, ma della sciocchezza che abbiamo fatta; o
sciocchi per sciocchezza congenita, e allora facciamo ridere di noi, sempre,
qualunque cosa si faccia, anche la più seria.
Il fu Mattia Pascal, 1904
Le donne, come i sogni, non sono mai come tu le vorresti.
La causa vera di tutti i nostri mali, di questa tristezza
nostra, sai qual è? La democrazia, mio caro, la democrazia, cioè il governo
della maggioranza. Perché, quando il potere è in mano d’uno solo, quest’uno sa
d’esser uno e di dover contentare molti; ma quando i molti governano, pensano
soltanto a contentar se stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più
odiosa: la tirannia mascherata da libertà.
I vecchi e i giovani, 1913
Muoversi, vivere, non pensare!
In che consiste la vera ricchezza, la vera felicità?
Nell'aver pochi bisogni.
I Quaderni di Serafino Gubbio operatore, 1916-1925
La vita non si spiega; si vive.
Quando tuo padre t'ha messo al mondo, caro, il fatto è
fatto. Non te ne liberi più finché non finisci di morire.
L'umorismo, 1908-1920
La vita, qua, schiaccia il piede a uno; cava là un occhio a
un altro... Gamba di legno, occhio di vetro, e avanti! Ciascuno si racconcia la
maschera come può – la maschera esteriore. Perché dentro poi c'è l'altra, che
spesso non s'accorda con quella di fuori. E niente è vero!
Uno, nessuno e centomila, 1925
Che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono
vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io
nell'accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto
d'intenderci, non ci siamo intesi affatto.
Biografia di Luigi Pirandello
Tratta dal sito di Italica
Nasce a Girgenti (oggi Agrigento) nel 1867, da una famiglia
borghese.
Nel 1891 si laurea all’Università di Bonn.
Tornato in Italia, nel
1893 si stabilisce a Roma dove inizia a collaborare a riviste letterarie, per
l’interessamento di Luigi Capuana; dal 1897 - ed ininterrottamente fino al 1922
- insegna all’Istituto superiore di Magistero, prima stilistica, poi
letteratura italiana.
Comincia a pubblicare poesie, saggi, romanzi e novelle
(che, a principiar dal 1909, apparivano sul “Corriere della Sera”), per poi
affermarsi come autore drammatico nei due lustri seguenti al primo conflitto
mondiale. Se “Liolà”, “La giara”, “Il berretto a sonagli”, “Pensaci,
Giacomino!”, “Così è (se vi pare)”, “Il piacere dell’onestà” sono i lavori più
significativi del periodo 1915-20, è nel 1921 - anno della prima, sfortunata
rappresentazione dei “Sei personaggi in cerca d’autore” - che la fama del
Nostro varca i confini nazionali, con il consenso unanime di pubblico e critica.
Da ricordare, ancora, i drammi “Vestire gli ignudi” (1923) e “L’amica delle
mogli” (1927), dedicati a Marta Abba. Accademico d’Italia dal 1929, nel ‘34 è
insignito del premio Nobel per la letteratura. Muore a Roma nel 1936, mentre
sta lavorando a “I giganti della montagna”.
I tratti salienti dell’arte di Pirandello si presentano sin
dalle sue prime prove narrative: se già nel romanzo breve “Il turno” (1895) il
gusto dell’autore siciliano pel grottesco corrosivo risulta infatti evidente,
ne “L’esclusa” (1901) - storia di una donna cacciata di casa dal marito per
un’ingiusta accusa di adulterio e riammessavi proprio quando adultera è
diventata - si precisa una visione dell’uomo prigioniero delle convenzioni e
smarrito nel dedalo di una verità proteiforme.
Tali concetti trovano definitiva
sistemazione ne “Il fu Mattia Pascal” (1904) - dove un individuo ritenuto morto
cerca invano di crearsi un’identità nuova, finendo per perdere anche
l’originaria - e vengono integrati dalle riflessioni contenute nel saggio “L’umorismo”
(1908), incentrato sui problemi della creazione artistica.
Se “I vecchi e i
giovani” (1906) segna un ritorno ai canoni del verismo, nel confronto tra
illusioni risorgimentali e scorciatoie cercate dalle nuove generazioni, in “Suo
marito” (1911) e “Si gira” (1915) si fa più pessimistico il suo sguardo
sull’umanità, ingabbiata nella finzione ed impossibilitata a decrittare il
reale.
Uguali tematiche si riscontrano nelle sue novelle, raccolte nel 1922 sotto il titolo
“Novelle per un anno”, e nel suo ultimo romanzo”Uno, nessuno e centomila”
(1926).
Audiolibro luigi Pirandello il fu mattia pascal capitolo 1
La vita
nuda
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