Stefano BENNI
La chitarra magica
Ogni ingiustizia ci offende quando non
ci
procuri direttamente alcun profitto.
Luc de
Vauvenargues
C’era un giovane musicista di nome Peter che suonava la
chitarra agli angoli delle strade. Racimolava così i soldi per proseguire gli
studi al Conservatorio: voleva diventare una grande rock star. Ma i soldi non
bastavano, perché faceva molto freddo e in strada c’erano pochi passanti.
Un giorno, mentre Peter stava suonando «Crossroads», gli
si avvicinò un vecchio con un mandolino.
- Potresti cedermi il tuo posto? È sopra un tombino e ci
fa più caldo.
- Certo - disse Peter che era di animo buono.
- Potresti per favore prestarmi la tua sciarpa? Ho tanto
freddo.
- Certo - disse Peter che era di animo buono.
- Potresti darmi un po’ di soldi? Oggi non c’è gente, ho
raggranellato pochi spiccioli e ho fame.
- Certo - disse Peter che eccetera. Aveva solo dieci
monete nel cappello e le diede tutte al vecchio.
Allora avvenne un miracolo: il vecchio si trasformò in un
omone truccato con rimmel e rossetto, una lunga criniera arancione, una
palandrana di lamé e zeppe alte dieci centimetri.
L’omone disse : - Io sono Lucifumandro, il mago
degli effetti speciali. Dato che sei stato buono con me ti regalerò una
chitarra fatata. Suona da sola qualsiasi pezzo, basta che tu glielo ordini. Ma
ricordati : essa può essere usata solo dai puri di cuore. Guai al malvagio
che suonerà ! Succederebbero cose orribili !
Ciò detto si udì nell’aria un tremendo accordo di mi
settima e il mago sparì. A terra restò una chitarra elettrica a forma di
freccia, con la cassa di madreperla e le corde d’oro zecchino. Peter la
imbracciò e disse:
Suonami « Ehi Joe ».
La chitarra si mise a eseguire il pezzo come neanche Jimj
Hendrix, e Peter non dovette far altro che fingere di suonarla. Si fermò
moltissima gente e cominciarono a piovere soldini nel cappello di Peter.
Quando Peter smise di suonare, gli si avvicinò un uomo
con un cappotto di caimano. Disse che era un manager discografico e avrebbe
fatto di Peter una rock star. Infatti tre mesi dopo Peter era primo in tutte
le classifiche americane italiane francesi e malgasce. La sua chitarra a
freccia era diventata un simbolo per milioni di giovani e la sua tecnica era
invidiata da tutti i chitarristi.
Una notte, dopo uno spettacolo trionfale, Peter credendo
di essere solo sul palco, disse alla chitarra di suonargli qualcosa per
rilassarsi. La chitarra gli suonò una ninnananna. Ma nascosto tra le quinte del
teatro c’era il malvagio Black Martin, un chitarrista invidioso del suo successo.
Egli scoprì così che la chitarra era magica. Scivolò alle spalle di Peter e gli
infilò giù per il collo uno spinotto a tremila volt, uccidendolo. Poi rubò la
chitarra e la dipinse di rosso.
La sera dopo, gli artisti erano riuniti in concerto per
ricordare Peter prematuramente scomparso. Suonarono Prince, Ponce e
Parmentier, Sting, Stingsteen e Stronhaim. Poi salì sul palco il malvagio Black
Martin.
Sottovoce ordinò alla chitarra:
- Suonami « Satisfaction ».
Sapete cosa accadde?
La chitarra suonò meglio di tutti i Rolling Stones
insieme. Così il malvagio Black Martin diventò una rock star e in breve nessuno
ricordò più il buon Peter.
Era una chitarra magica con un difetto di fabbricazione.
Stefano
BENNI, « La chitarra magica », in Il
bar sotto il mare, pp. 153-155.
Commenti
Posta un commento