1.
Gli
Qualche
volta mi chiedo come può una parolina così piccola dare così tanti problemi!
Eh,
sì perché GLI ci dà grattacapi, non solo per la sua pronuncia, ma anche e
soprattutto, per i suoi usi.
Andiamo
con ordine:
Come
si pronuncia GLI
Uno
degli errori tipici è sta nel non far sentire il suono. Invece di dire AGLIO si
dice AIIO.
Oppure
si sillabano le lettere in modo staccato pronunciando la g in modo gutturale
AGLIO.
Comunque,
non preoccuparti, la “GLI”, che tra l’altro pronunciano male anche molti
italiani, non ti manca per qualche “problema genetico”.
Non
è colpa di nessuno se non la sai pronunciare…o forse sì, è colpa della tua
lingua.
La
lingua quella che hai in bocca.
Infatti,
come diceva un anonimo saggio: “La dizione è
come un bacio. Tutto dipende da come usi la lingua”.
Dal
modo in cui posizioni la lingua nella tua bocca dipendono molti suoni che
pronunci, uno di questi e GL.
La combinazione GL davanti a i in posizione intervocalica indica
una continua laterale palatale /ʎ/
= /ʎ/ (aglio, figlio, famiglia, conchiglia,
imbrogli).
Sono poche le eccezioni, come:
glicine, glicerina, negligente, glicemia, anglicano.
Per pronunciare in modo corretto gli occorre appoggiare tutta la lingua
dietro gli incisivi, facendola aderire al palato centrale, provocando un
leggero slittamento della lingua che dopo aver premuto morbidamente sul palato
slitta in avanti. Un suono simile è prodotto dalla pronuncia della doppia L.
PROVATE:
Allio – Aglio (/'aʎʎo/)
Fillio – Figlio /'fiʎʎo/
Famillia – famiglia (/faˈmiʎʎa/)
Conchillia
– conchiglia
Quando il gruppo di vocali GL NON È SEGUITO DA “I”, allora si pronuncia
diviso in due suoni.
Gladiatore, globo, inglese, glutine.
Ok ora che avete capito tutto esercitiamoci insieme:
La figlia del Re di
Castiglia
non era una gran
meraviglia
i suoi occhi eran
fatti di triglia
e i capelli
sembravan di paglia.
1)
Per
prima cosa avrete sicuramente imparato che GLI è un articolo
determinativo maschile.
Rappresenta
la forma plurale dell’articolo LO.
Si
usa davanti ai sostantivi maschili plurali che iniziano per vocale, gn, ps, pn,
s impura (s+consonante), x, z, y e inoltre per il plurale di dio: gli dèi, gli
amici, gli orologi, gli gnomi, gli psicologi, gli storici, gli xilofoni, gli
zaini, gli yogurt, gli pneumatici).
Si
può elidere solo davanti a parole che iniziano per i: gl'incompetenti (non fare
l’elisione non è comunque un errore).
Unito
alle preposizioni semplici forma le preposizioni articolate (sempre prima di
sostantivi maschili e plurali): agli, cogli, dagli, degli, negli, sugli.
2)
Il
suo secondo uso è quello di pronome personale atono della terza persona
maschile singolare e alla terza plurale.
Si
usa in posizione proclitica (davanti al verbo. gli parleremo; anche con
un'altra particella: gli si rizzarono i
capelli) o enclitica (dopo il verbo: spiegagli tutto vedrai che capirà; anche
in combinazione con un'altra particella, sempre in grafia unita:
ricordateglielo) ; usato con i pronomi diretti lo, li, la, le, e con la
particella atona ne, dà origine alle forme pronominali glielo, glieli, gliela,
gliele, gliene: glielo dirò domani; gliene comperò due; glieli voglio proprio
dare).
Ha la funzione di complemento di termine.
1
A lui, a esso: gli ho chiesto di chiamarmi; se vedi
Giovanni digli di venire; devo dargli indietro un libro, lo hai visto?
2
A loro, a essi, a esse: ho molti amici lontani e gli
scrivo spesso!
Qui
vi lascio con un compito per casa. Sí, sì avete capito bene, coi compiti per
casa.
Allenatevi
a pronunciare la gli con questi scioglilingua:
·
Filastrocca
sciogligrovigli con la lingua ti ci impigli, ma poi te la sgrovigli, basta che
non te la pigli.
·
Metto
una maglia o un maglione?
·
Guglielmo
coglie ghiaia dagli scogli scagliandola oltre gli scogli tra mille gorgogli.
·
Sul
tagliere l’aglio taglia, non tagliare la tovaglia; la tovaglia non è aglio, se
la tagli fai uno sbaglio.
·
Se
il coniglio gli agli ti piglia, togligli gli agli e tagliagli gli artigli.
·
Il
coniglio dormiglione mangia foglie in un boccone.
·
Un
coniglio che sbadiglia s’impigliò dietro un cespuglio.
·
Andavo
a Lione cogliendo cotone, tornavo correndo cotone cogliendo.
·
Conigli,
quaglie, triglie e capodogli.
·
In
mezzo a un parapiglia ho trovato una conchiglia.
·
Stiamo
bocconi cogliendo cotoni, stiamo sedendo cotoni cogliendo.
·
Figlia,
sfoglia la foglia sfoglia la foglia, figlia.
·
Un
migliaio di conigli tagliano foglie nel bagaglio di Guglielmo.
·
Sulla
tovaglia ho messo una bottiglia, le tagliatelle e i tovaglioli.
·
Cogli
un giglio dal cespuglio.
·
Il
coniglio vuole un consiglio su un dettaglio.
·
Sotto
l’albero del tiglio ho veduto grano e loglio e un grazioso quadrifoglio. Io
cercavo l’erba-voglio, tra le foglie, sotto il tiglio, ma ho trovato solo
miglio, un cespuglio di cerfoglio, fiori rossi di trifoglio. Ma non c’era
l’erba-voglio!
·
Un
coniglio che sbadiglia s’impigliò dietro un cespuglio.
·
Passa
il vento, muore la foglia, zio Guglielmo fa la sfoglia. A pezzetti poi la
taglia, zia Teresa lavora a maglia. Frigge la sogliola nella teglia, il bambino
ecco si sveglia. Apre la bocca poi sbadiglia, con il sonno fra le ciglia. Dice
la mamma: “Figlio mio, se sbadigli, sbadiglio anch’io”.
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