I PROMESSI SPOSI
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Trama[da wikipedia]
Nel 1628, in una località situata sul Lago di Como, il signorotto Don Rodrigo pretende di sedurre la filatrice Lucia Mondella, promessa sposa di Renzo Tramaglino. Manda quindi i suoi bravi ad intimare al pavido Don Abbondio di non celebrarne le nozze ed a nulla vale l'intervento di padre Cristoforo. Renzo e Lucia tentano di sposarsi lo stesso, ma la cosa non riesce. Per sfuggire al pericolo, consigliati dal frate, i due giovani con la madre di lei, Agnese, fuggono dal paese natio.
Renzo arriva a Milano, possedimento spagnolo, proprio nel giorno in cui sono in corso tumulti contro la carestia. La sua ingenuità lo fa individuare come uno dei capi della rivolta; viene arrestato, ma riesce a fuggire ed a rifugiarsi presso suo cugino Bortolo nel Bergamasco, territorio della Repubblica di Venezia. Lucia viene ospitata presso un convento di Monza. Intanto Don Rodrigo, per il quale la questione è ormai diventata di principio, riesce a far trasferire lontano padre Cristoforo e chiede l'intervento dell'Innominato, uno spietato, potente e temuto capo banda, di cui è vassallo.
Per soddisfare la richiesta del suo sottoposto, l'Innominato, con la complicità della madre superiora del monastero ricattata dall'amante, fa rapire la giovane, che viene condotta al suo tetro castello. Qui, terrorizzata, Lucia fa voto di rinunciare a Renzo se potrà uscire salva. Le suppliche di Lucia riescono ad impietosire il suo rapitore, dando così il via alla sua conversione che avverrà nelle mani del cardinale Borromeo. Come primo atto di pentimento l'Innominato libera Lucia.
Intanto, a causa della guerra, la Lombardia è invasa dai Lanzichenecchi, che portano con sé la peste. L'epidemia dilaga ovunque e miete migliaia di vittime. Renzo, guarito dal contagio, rientra a Milano, dove ormai più nessuno si preoccupa di cercarlo. Nel lazzaretto, dove sono ricoverati gli appestati, ritrova padre Cristoforo. Costui lo porta a visitare il morente Don Rodrigo, a cui Renzo concede il perdono cristiano per tutte le sofferenze causate. Infine ritrova anche Lucia, che gli comunica il voto fatto. Ma padre Cristoforo la scioglie dall'impegno, non valido perché assunto in un momento di disperazione (e anche perché, afferma il frate, la ragazza non poteva offrire alla Madonna la volontà dell'uomo a cui si era promessa in sposa).
Renzo e Lucia potranno quindi sposarsi e, trasferitisi nel Bergamasco, vivranno finalmente una vita tranquilla allietata dalla nascita dei figli, rievocando le loro vicissitudini come una prova a cui sono stati sottoposti dalla Provvidenza.
Pubblicato nel 1827, "I Promessi Sposi" è un
romanzo storico che racconta la storia di Renzo e Lucia, due giovani innamorati
che vivono nella Lombardia del XVII secolo. La loro vita viene sconvolta dalla
prepotenza del potente Don Rodrigo, che vuole impedire il loro matrimonio per
avere Lucia come sua amante.
La vicenda si sviluppa attraverso una serie di avvenimenti che coinvolgono personaggi di ogni classe sociale, dall'aristocrazia alla plebe, dall'alto clero al popolo. Il romanzo è arricchito da numerosi episodi storici, come la carestia del 1628 e la peste del 1630, che offrono al lettore uno spaccato della vita dell'epoca.
Ma "I Promessi Sposi" non è solo un romanzo
storico. Grazie alla scrittura di Manzoni, che mescola la lingua toscana con
elementi dialettali e popolari, il libro rappresenta un'opera di grande
importanza per la lingua italiana. Infatti, il romanzo è considerato uno dei
capolavori della letteratura italiana e ha influenzato profondamente la lingua
e la cultura del nostro paese.
Inoltre, Manzoni, attraverso i suoi personaggi, affronta
temi universali come la lotta contro le ingiustizie, la forza dell'amore, la
fede e la speranza. La sua capacità di descrivere con grande realismo la vita e
la società dell'epoca lo rende un autore immortale, capace di parlare anche al
pubblico contemporaneo.
"I Promessi Sposi" è un libro che consigliamo a
tutti coloro che vogliono approfondire la conoscenza della lingua e della
cultura italiana. La sua lettura non solo offre un'esperienza letteraria
straordinaria, ma rappresenta anche un viaggio nella storia e nella società del
nostro paese.
Speriamo di avervi incuriosito abbastanza da farvi desiderare di leggere questo capolavoro.
I PROMESSI SPOSI A FUMETTI – CONTENUTO GRATUITO- SCARICABILE
I promessi sposi : a fumetti / Alessandro Manzoni ; autore
della sceneggiatura: Claudio Nizzi ; autore dei disegni: Paolo Piffarerio. -
Milano : Il Giornalino, [1994]. - 93 p. : ill. ; 27 cm. ((Suppl. a: Il
Giornalino, 1994, n. 31.
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"I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni è uno dei
romanzi più importanti e conosciuti della letteratura italiana, e il suo
impatto sulla cultura e la storia del paese è stato immenso. Ecco alcuni numeri
che ci aiutano a capire meglio la sua portata:
- Il
romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 1827, ed è stato
ristampato numerose volte nel corso degli anni.
- La
prima edizione de "I Promessi Sposi" contava 733 pagine, ma
l'opera è stata in seguito ampliata con l'aggiunta di alcune parti.
- Il
romanzo è ambientato nel XVII secolo, durante il periodo della peste che
colpì l'Italia e l'Europa.
- Il
protagonista del romanzo è Renzo Tramaglino, un giovane contadino che
cerca di sposarsi con la sua amata Lucia.
- Il
romanzo è stato tradotto in molte lingue, tra cui l'inglese, il francese,
il tedesco, il giapponese e il cinese.
- Nel
2015, in occasione del bicentenario della prima pubblicazione, è stato
organizzato il "Manzoni Day", una giornata di celebrazioni e
iniziative in tutto il mondo per ricordare l'importanza dell'opera.
- "I
Promessi Sposi" è stato adattato in numerosi formati, tra cui film,
serie televisive, opere teatrali e musicali.
- Il
romanzo ha avuto un impatto significativo sulla lingua italiana, grazie
alla sua chiarezza e alla sua semplicità stilistica, che l'hanno reso uno
dei pilastri della lingua nazionale.
"I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni è un
romanzo storico che si sviluppa in 38 capitoli. Ecco un breve riassunto dei
vari capitoli del libro:
Capitoli 1-4: Introduzione dei personaggi principali e
ambientazione della storia nella Lombardia del XVII secolo. Si parla di Renzo,
Lucia, Don Rodrigo, il Padre Cristoforo e Fra Cristoforo.
Capitoli 5-10: Renzo chiede la mano di Lucia al padre di lei
e poi si reca a Milano per cercare lavoro. Don Rodrigo vuole impedire il
matrimonio e fa rapire Lucia.
Capitoli 11-13: Renzo e Lucia si incontrano brevemente dopo
il rapimento e poi vengono divisi nuovamente. Renzo e il Padre Cristoforo fanno
richiesta al cardinale di Milano per ottenere giustizia.
Capitoli 14-17: Si parla della carestia del 1628 e della
situazione difficile del popolo. Il cardinale promette di risolvere il caso di
Renzo e Lucia, ma Don Rodrigo organizza un nuovo rapimento.
Capitoli 18-22: Renzo e Lucia cercano di fuggire da Milano
ma vengono scoperti e separati di nuovo. Fra Cristoforo aiuta Renzo e lo fa
diventare un uomo onesto.
Capitoli 23-26: La peste del 1630 si abbatte su Milano e il
nord Italia. Renzo cerca di aiutare i malati, mentre il Padre Cristoforo muore.
Capitoli 27-30: Si parla del governo spagnolo che governa la
Lombardia e della figura di don Abbondio. Renzo cerca di ottenere giustizia
contro Don Rodrigo e don Abbondio.
Capitoli 31-35: Renzo e Lucia si incontrano di nuovo, ma
devono ancora superare molte difficoltà per poter sposarsi. Interviene il
cardinale di Milano, che riesce a risolvere il caso.
Capitoli 36-38: Renzo e Lucia si sposano, mentre Don Rodrigo
muore in un duello. Viene raccontato il loro futuro insieme e si parla della
figura di Manzoni e del suo rapporto con la letteratura.
TRAMA DEI PROMESSI SPOSI DIVISI IN CAPITOLI
Capitolo I: Siamo nel 1628, durante il periodo della
dominazione spagnola in Italia; Don Abbondio,
un modesto prete di campagna del territorio di Lecco, viene
fermato durante una passeggiata da due
bravi al soldo di un signorotto locale, Don Rodrigo. I due
lo minacciano con la celebre espressione:
“questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai” per
dissuaderlo dal celebrare il
matrimonio tra Renzo Tramaglino e Lucia Mondella. Don
Abbondio, che è un uomo pavido,
conferma la sua obbedienza e torna a casa in preda al
terrore. Qui però non riesce a nascondere il
turbamento alla sua curiosissima serva, Perpetua, e finisce
per raccontarle l’accaduto, intimandole
tuttavia il silenzio.
Capitolo II: Don Abbondio decide di rimandare le nozze in
modo da arrivare al periodo tra
l’Avvento e l’Epifania in cui non si celebrano i matrimoni.
Quando Renzo si reca da lui per definire
gli ultimi dettagli della cerimonia, Don Abbondio riesce a
posticiparlo di quindici giorni. Renzo,
dopo aver parlato in confidenza con Perpetua, riesce a far
confessare tutto al prete. Il protagonista
corre quindi a casa di Lucia, dove racconta tutto alla
promessa sposa e alla madre di lei, Agnese.
Dalla disperazione di Lucia si intuisce che la ragazza è a
conoscenza di ulteriori elementi.
Capitolo III: Lucia racconta di essere stata avvicinata da
Don Rodrigo e dal cugino Attilio e di aver
capito di essere diventata oggetto di una scommessa tra i
due. Preoccupata, la ragazza ne aveva
parlato con Fra Cristoforo, un frate cappuccino che le aveva
consigliato di affrettare le nozze per
scongiurare ogni pericolo. Renzo va a Lecco dall’avvocato Azzeccagarbugli
per risolvere la
faccenda per vie legali: quest’ultimo prima lo scambia per
un bravo ma poi, dopo aver sentito il
nome di Don Rodrigo, intuisce la verità e lo caccia in malo
modo. Nel frattempo arriva a casa di
Lucia Fra Galdino, del convento di Pescarenico, che sta
raccogliendo noci presso i fedeli: le due
donne lo mandano a chiamare Fra Cristoforo.
Capitolo IV: Viene raccontata la storia di Fra Cristoforo,
il cui vero nome è Ludovico: cresciuto
come un nobile (pur essendo di origine borghese), era stato
coinvolto in un fatto di sangue generato
da futili motivi che aveva visto la morte di un suo servo e
l’uccisione per sua mano del nobile
implicato nell’omicidio. Dopo il drammatico pentimento e la
crisi di coscienza, Ludovico è
diventato Fra Cristoforo, schierandosi spesso dalla parte
dei deboli e degli oppressi.
Capitolo V: Renzo cerca senza successo aiuto dai suoi amici
per vendicarsi di Don Rodrigo. Fra
Cristoforo si reca da Lucia e, udita la storia decide di
andare da Don Rodrigo. Qui viene invitato a
unirsi a tavola con Don Rodrigo (che spera di evitare di
doverci parlare privatamente) Attilio, il
dottor Azzeccagarbugli, e il podestà. Fra Cristoforo,
risoluto, sopporta gli spiacevoli discorsi dei
commensali. Il banchetto divetna il simbolo dell’ipocrisia e
del potere violento della classe nobiliare
del Seicento.
Capitolo VI: Don Rodrigo riesce a far precipitare la
discussione in rissa verbale accusando il frate di
nutrire interesse per Lucia. Fra Cristoforo se ne va
amareggiato senza aver concluso nulla, ma viene
avvicinato da un vecchio servo di Don Rodrigo, che si offre
di scoprire quali sono i piani del
padrone e riferirglieli. Nel frattempo Agnese elabora un
piano: Lucia e Renzo si dovranno
presentare da Don Abbondio con due testimoni, gli amici di
Renzo Tonio e Gervaso, e pronunciare
ad alta voce i voti. A quel punto il matrimonio sarà valido,
nonostante la volontà del parroco..
Capitolo VII: Fra Cristoforo racconta quanto accaduto e
Renzo va fuori di sé. Il giorno dopo Agnese
manda un ragazzino, Menico, a chiedere notizie da Fra
Cristoforo. Durante il giorno dei bravi
travestiti da viandanti gironzolano intorno a casa di Lucia
e uno riesce anche ad entrare all’interno.
Don Rodrigo infatti ha comandato al Griso, il capo dei suoi
bravi, di rapire Lucia. Renzo incontra
all’osteria tre bravi ma questi, a parte osservarlo, non
fanno nulla. Poi Renzo, Agnese, Lucia e i due
amici si recano da don Abbondio.
Capitolo VIII: I quattro si introducono in casa di don
Abbondio (che viene ingannato dalla presenza
di Tonio, che gli deve un debito) mentre Agnese tiene
impegnata Perpetua. Renzo e Lucia entrano
nella stanza per pronunciare la formula di giuramento, ma il
curato, sconvolto dalla paura,
interrompe la giovane con la forza e scappa in un’altra
stanza, invocando aiuto. Il sagrestano allora
suona le campane per far accorrere gente: la confusione che
si genera fa fuggire anche i bravi che
nel frattempo si sono introdotti in casa di Lucia per
rapirla. Menico riferisce che Fra Cristoforo li ha
richiamati al convento; qui il frate spiega ai giovani e ad
Agnese il piano per la fuga dal paese: si
tratta della celebre scena dell’addio ai monti.
Capitolo IX: Giunti a Monza da Pescarenico, Renzo si dirige
verso Milano mentre Agnese e Lucia
chiedono ospitalità a Monza, presso il monastero della
potente monaca Gertrude. Il narratore si
sofferma sulla storia di Gertrude: figlia di un nobile, la
giovane è stata costretta a farsi monaca per
salvaguardare il patrimonio del padre. Dopo essersi
rifiutata di prendere il velo, Gertrude è stata
vittima di una persecuzione psicologica e morale tra le mura
di casa, che l’ha infine spinta ad
accettare i voti.
Capitolo X: Continua la storia di Gertrude: una volta
diventata monaca suo malgrado, la donna
fatica a sopportare la nuova condizione ed è dilaniata tra
diversi stati d’animo e sentimenti. Sfoga
l’odio che prova sulle converse e si innamora di un
signorotto perverso e senza scrupoli, Egidio.
Scoperta e minacciata da una conversa, Gertrude la uccide e
ne seppellisce il corpo nel cortile
affinché non venga mai trovato.
Capitolo XI: Don Rodrigo riesce a scoprire dove sono Renzo e
Lucia mandando i suoi bravi a
informarsi tra i popolani. Attilio promette di occuparsi di
Fra Cristoforo con l’aiuto del conte zio,
potente milanese, mentre il Griso viene mandato a Monza
sulle tracce di Lucia. Renzo intanto arriva
a Milano, dove è il corso la rivolta del pane (il “tumulto
di San Martino”) e la popolazione assalta i
forni per avere da mangiare. Arrivato al convento, Renzo
scopre che padre Bonaventura, da cui
doveva recarsi, non è lì e quindi si accoda ai tumulti.
Capitolo XII: Manzoni si sofferma sulle cause storiche della
rivolta, tra cui si possono elencare la
perdurante carestia, l’impreparazione della classe politica,
gli sprechi e l’eccessiva pressione fiscale.
Il cancelliere Antonio Ferrer decide prima di calmierare il
prezzo del pane, ma poi è costretto a
riportarlo al prezzo di mercato, facendo scoppiare la
sommossa. Renzo segue i moti ma in cuor suo
critica le azioni del popolo.
Capitolo XIII: Viene descritto l’assalto alla casa del
vicario di provvigione, in cui in mezzo alla
folla si distinguono le voci dei più violenti e fanatici,
che vorrebbero giustiziare coloro che
ritengono il responsabile della carestia. Renzo si ribella a
questi propositi assassini, ma rischia di
venire ammazzato dalla folla. L’arrivo di Ferrer, che
promette pane alla folla, seda la rivolta e
permette il salvataggio del vicario.
Capitolo XIV: Renzo fa un’arringa pubblica contro i soprusi
dei potenti, passando per un pericoloso
sobillatore delle folle. Si avvicina a lui un informatore
della polizia in incognito, che vuole condurlo
in carcere. Fermatosi con quest’ultimo all’Osteria della
Luna Piena e non sapendo chi ha davanti,
Renzo si lascia andare in preda all’ubriachezza a discorsi
contro i potenti che abusano della loro
posizione. Con un tranello, l’informatore riesce a farsi
dare da Renzo le sue generalità; il giovane,
del tutto ubriaco, è preso in giro da tutti.
Capitolo XV: Renzo, ubriaco fradicio, resta a dormire negli
alloggi dell’oste che, nel frattempo,
insospettito dal suo comportamento ed intimorito dalla
presenza dell’informatore, va a denunciare il
protagonista al palazzo di giustizia, dove è già giunta
notizia del comizio di Renzo all folla. il
giorno successivo due poliziotti lo vanno ad arrestare.
Durante il tragitto per strada, però, Renzo
riesce ad attirare la folla in tumulto e i poliziotti,
sentendosi minacciati, lo liberano.
Capitolo XVI: Renzo scappa da Milano per raggiungere il
cugino Bortolo a Bergamo. Sceglie le
strade più tortuose per paura di essere inseguito: quindi,
passa prima da Gorgonzola dove si ferma
presso un'osteria. Qui, ascoltando le conversazioni dei
commensali, scopre di essere stato scambiato
per uno dei capi della rivolta e decide di raggiungere il
più velocemente possibile l’Adda, che segna
il confine tra il Ducato di Milano e i territori di Bergamo.
Capitolo XVII: Renzo vaga per il bosco di notte, spaventato
dall’oscurità e dai rumori, e si rifugia
in una capanna deserta fino alla mattina dopo quando
attraversa l’Adda grazie al passaggio di un
barcaiolo. Giunto infine nel bergamasco, arriva così al
paese del cugino Bartolo che lo fa assumere
come lavorante in un filatoio.
Capitolo XVIII: Attilio si reca a Milano dal conte zio, il
quale, grazie ai suoi contatti con la
dirigenza dei cappuccini riesce a far mandare Fra Cristoforo
a Rimini, allontanandolo da Lucia e
Agnese. Nel frattempo viene diramata a Lecco l’ordinanza di
arresto per Renzo, ritenuto il capo
della rivolta a Milano.
Capitolo XIX: Si racconta l’incontro tra il conte zio e il
padre provinciale dei cappuccini: i due,
politici esperti, si sfidano a colpi di diplomazia, mettendo
sul tavolo il prestigio dei rispettivi casati
e dei propri ordini. Il padre provinciale acconsente infine
a trasferire Fra Cristoforo. Don Rodrigo,
venendo a sapere dal Griso che Lucia è protetta dalla
potente monaca di Monza, ma anche che è
ormai sola poiché Agnese è tornata a Lecco, decide di
chiedere aiuto all’Innominato, un uomo
potente e malvagio, per commissionargli il rapimento della
sua preda. Don Rodrigo e il Griso
partono così per il castello dell’Innominato.
Capitolo XX: Don Rodrigo, a colloquio con l’Innominato, gli
spiega la faccenda e questi accetta di
aiutarlo, sicuro dell’appoggio di Egidio, l’amante di
Gertrude. Una volta partito Don Rodrigo,
l’Innominato vacilla, ormai schiacciato dal peso degli anni
e delle crudeltà commesse e
immaginandosi la punizione di Dio. Egidio convince però
Gertrude, ancora succube di lui, ad
assecondarlo nel piano: la monaca fa uscire Lucia dal
convento con la scusa di una finta ambasciata
e la giovane viene rapita dal Nibbio, capo dei bravi
dell’Innominato. Una volta giunta al castello
l’Innominato, colto da pietà, manda una vecchia serva a
farle compagnia.
Capitolo XXI: Il Nibbio riferisce all’Innominato che le
parole di Lucia che implorava pietà lo hanno
turbato; l’Innominato, in preda a sentimenti sempre più
contrastanti si convince ad andare a parlare
con la giovane. Lucia lo prega di liberarla in nome di Dio
e, vedendolo vacillare, insiste a parlargli
della grazia divina, che può toccare tutti i cuori umani.
Finito il colloquio, Lucia passa una notte di
tormenti, decidendo di fare voto di castità se Dio le
concederà di essere liberata. Anche
l’Innominato trascorre una notte insonne, dopo la quale si
convince del potere della misericordia
divina e decide di liberare la giovane. Quando è ormai
arrivata l’alba, l’Innominato si affaccia alla
finestra e vede una folla di pellegrini accompagnata dal
suono delle campane a festa.
Capitolo XXII: La processione è dovuta alla visita
parrocchiale del Cardinale Federigo Borromeo.
L’Innominato, che sente la necessità di confessare la
propria inquietudine interiore, decide di andare
a colloquio col Cardinale. Egli esce dal castello e si
mischia al popolo senza scorta e, prima di
uscire, comanda alla serva di informare Lucia che è libera.
Capitolo XXIII: Si assiste alla conversione dell’Innominato,
che abbandona ogni orgoglio dinanzi
alla bontà d’animo del Cardinale Borromeo. L’Innominato
confessa al Cardinale il rapimento di
Lucia e il Borromeo decide di intervenire, convocando Don
Abbondio al proprio cospetto. Il curato
anche questa volta tergiversa, cerca di sfuggire alle sue
responsabilità e manda a chiamare Agnese.
Quindi la comitiva si dirige al castello dell’Innominato.
Capitolo XXIV: Lucia accorda il perdono all’Innominato e
viene liberata. Una volta in paese può
ricongiungersi con la madre Agnese, a cui racconta tutto
fuorché il voto di castità. Le due donne
vengono ospitate da un sarto e riferiscono poi al Cardinale
Borromeo la loro storia e i loro tormenti;
il Cardinale promette di occuparsi anche della situazione di
Renzo. Nel frattempo l’Innominato
convoca i suoi bravi, rende nota a tutti la sua conversione
e li informa che coloro che vogliono
restare con lui devono cambiare vita e abbandonare le azioni
empie. Dà ai bravi una notte per
decidere e si ritira a pregare.
Capitolo XXV: La voce della vicenda dell’Innominato giunge
anche al paese di Renzo e Lucia,
dove finalmente Don Rodrigo e Azzeccagarbugli vengono
sbugiardati. Don Rodrigo, saputo della
liberazione di Lucia, parte per Milano. Il Cardinale
Borromeo, messo a parte da Lucia del rifiuto di
Don Abbondio a celebrare il matrimonio lo rimprovera
duramente. Nel frattempo, sempre a casa del
sarto, Lucia conosce due nobili milanesi, Don Ferrante e
Donna Prassede che, convinti che la
giovane oltre ad aver bisogno d’aiuto si sia messa sulla
cattiva strada, le offrono protezione. Lucia
accetta.
Capitolo XXVI: Don Abbondio dinnanzi alle parole del
Cardinale capisce che avrebbe dovuto
celebrare il matrimonio e si pente del proprio egoismo. Il
giorno dopo Agnese si reca alla villa di
donna Prassede, dove è ospitata Lucia, per darle una dote
ricevuta dall’Innominato. Lucia comunica
alla madre di aver fatto un voto di castità e la prega di
farlo sapere a Renzo. Del giovane però non si
riescono ad avere notizie certe; infatti Bortolo, per
salvare il cugino, ricercato anche dal governatore
di Milano Don Gonzalo, lo ha mandato a lavorare nella
filanda di un altro paese sotto lo
pseudonimo di Antonio Rivolta.
Capitolo XXVII: Vengono descritte le guerre di successione
per il ducato di Mantova e del
Monferrato. Vi è un difficoltoso scambio di lettere fra
Agnese e Renzo: il giovane, pur venendo
informato del voto di castità dell’amata, decide di non
rinunciare a Lucia. Da parte sua Lucia cerca
di dimenticare Renzo, ma le continue calunnie di Donna
Prassede, che è convinta che l’uomo sia un
delinquente, fanno sì che la giovane lo difenda e ne ricordi
le virtù. Viene qui descritta la biblioteca
di Don Ferrante.
Capitolo XXVIII: Passa un anno, siamo nell’autunno del 1629,
Milano è caduta in preda della
carestia, che porta, anche a causa delle dure e insalubri
condizioni di vita, un alto tasso di mortalità.
Con la stagione del raccolto la situazione migliora, ma
subito scoppia la guerra per il ducato di
Mantova e Monferrato. La guerra porta ii Lanzichenecchi e i
Lanzichenecchi portano la peste, che
imperversa tra la popolazione..
Capitolo XXIX: Temendo il passaggio dei Lanzichenecchi,
Agnese, Don Abbondio e Perpetua
cercano rifugio presso il castello dell’Innominato. Una
volta arrivati scoprono che l’Innominato ha
aperto le sue porte a tutti gli esuli ed è pronto a
difenderli.
Capitolo XXX: Il passaggio dei Lanzichenecchi per fortuna
non tocca la fortezza dell’Innominato,
che regala ad Agnese un’altra somma di denaro e un corredo
di biancheria. Una volta tornati a casa
Agnese, Don Abbondio e Perpetua scoprono che il paese è
stato devastato e che molti loro averi
sono stati rubati.
Capitolo XXXI: La cattiva gestione della città da parte di
Ambrogio Spinola, impegnato nella
guerra, fa sì che Milano sia isolata troppo tardi e che il
contagio si propaghi rapidamente anche
all’interno delle mura. La popolazione non vuole arrendersi
all’evidenza dell’epidemia e così si crea
la leggenda degli untori, su cui riversare la colpa e la
paura della pestilenza.
Capitolo XXXII: La peste si propaga in tutta la città e la
popolazione di Milano finisce per ridursi di
due terzi; il lazzaretto è affollato di cadaveri, che
vengono seppelliti in gigantesche fosse comuni.
La diceria degli untori diventa nel frattempo una certezza
appoggiata anche dalle istituzioni, che
non sono più in grado di controllare la situazione e di
garantire l’ordine, e si assiste così a processi
ed esecuzioni di innocenti accusati di aver portato la peste.
Capitolo XXXIII: Attilio muore di peste e due giorni dopo
anche a Don Rodrigo spunta un bubbone
sotto l’ascella sinistra. Non volendo andare al Lazzeretto,
dice al Griso di convocare un medico ma
questi, per impossessarsi dei suoi tesori lo tradisce. Mentre
Don Rodrigo viene trascinato via, il
Griso nelle sue ruberie tocca i suoi vestiti infetti e il
giorno dopo muore anche lui. Anche Renzo e
don Abbondio si ammalano, ma entrambi riescono a guarire. Il
giovane, dopo essere tornato nel
paese natale devastato dalla guerra e dalla pestilenza, si
reca a Milano per convincere Lucia ad
abbandonare il voto. Perpetua è morta e Agnese è da alcuni
parenti in Valsassina, lontano dalla zona
del contagio.
Capitolo XXXIV: Renzo arriva a Milano dove lo accolgono
scene di disperazione straziante, come
quella della madre di Cecilia o quella di una donna bloccata
in casa con i figli, cui il protagonista
dona il proprio pane. Giunto da Donna Prassede, Renzo scopre
che Lucia è al Lazzaretto. Scambiato
erroneamente per un untore, Renzo è circondato dalla folla
inferocita che vuole linciarlo. Scappa
saltando su un carro carico di cadaveri e giunge quindi al
Lazzaretto.
Capitolo XXXV: Nel Lazzaretto Renzo ritrova Fra Cristoforo,
visibilmente malato, ma impegnato a
curare i moribondi. Il frate gli dice dove potrebbe trovare
Lucia, ma lo mette in guardia rispetto a
possibili brutte notizie. Renzo si infiamma e inveisce
contro Don Rodrigo, ma Fra Cristoforo lo
convince a perdonare lo sventurato, ormai in fin di vita e
fuori di senno. I due si recano al suo
capezzale e pregano per lui.
Capitolo XXXVI: Renzo ritrova finalmente Lucia che, pur
trovandosi ancora nella zona delle infette
è ormai guarita. Lucia però non vuole mancare di rispetto al
voto fatto alla Madonna, malgrado
Renzo faccia di tutto per convincerla che non è valido.
Siccome Lucia non cede dal suo proposito,
vanno a chiedere consiglio a Fra Cristoforo, che le spiega
che, essendosi promessa in matrimonio a
Renzo, non doveva fare un voto che riguardava anche lui
senza rispettarne la volontà. Il monaco
aggiunge che, essendo egli un vicario di Cristo, ha la
facoltà di sciogliere il voto della giovane.
Renzo lascia il Lazzaretto per andare a cercare Agnese.
Capitolo XXXVII: Mentre un temporale provvidenziale spegne
l’epidemia, Renzo raggiunge
Agnese nel paese di Pasturo ed insieme decidono di vivere
nel bergamasco. Il protagonista si reca
così al paese del cugino Bartolo a comprare una casa. Torna
poi al suo paese ad aspettare Lucia con
Agnese. Lucia passa il periodo di quarantena a casa di una
mercantessa conosciuta al Lazzaretto.
Scopre che la monaca di Monza a causa dei suoi disfatti è
stata fatta trasferire a Milano e vive una
vita di privazioni. Si viene a sapere che Fra Cristoforo è
morto, così come Donna Prassede e Don
Ferrante, strenuo difensore dell’inesistenza della peste.
Capitolo XXXVIII: Lucia torna al paese, ma Don Abbondio di
nuovo accampa scuse per non
sposare i due giovani. Una volta scoperto che Don Rodrigo è
morto e che la sua casa è occupata da
un marchese suo parente, Don Abbondio accetta di celebrare
le nozze. Il nuovo marchese, per
rimediare al torto fatto dal parente, decide di comprare le
case di Renzo e Agnese e di far annullare
il mandato di cattura ancora pendente su Renzo. I tre si
trasferiscono al paese di Bortolo, Renzo,
entra in società col cugino e acquista un filatoio nei pressi
di Bergamo, dove lui e Lucia potranno
mettere al mondo la prima figlia, Maria. Chiude la vicenda
il “sugo di tutta la storia”, ovvero la
necessità della fiducia nella Provvidenza di Dio.
VUOI APPROFONDIRE ANCORA?
1. I Promessi Sposi, Capitolo 1 - Video riassunto Illustrato
2. I Promessi Sposi, Capitolo 2 - Video riassunto Illustrato
3. I Promessi Sposi, Capitolo 3 - Video riassunto Illustrato
4. I Promessi Sposi, Capitolo 4 - Video riassunto Illustrato
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